Da piazza Barberini alla Colombo, in queste settimane gli operai delle ditte incaricate dall’amministrazione hanno passato i rulli compattatori su decine e decine di strade-groviera.
Entro marzo infatti, secondo il crono-programma di Palazzo Senatorio, va portato a termine il rifacimento del manto stradale del 5% delle vie di Roma. Poi entro l’estate, la soglia da raggiungere è del 15%. Gli interventi, per i quali il Comune ha deciso di investire oltre 6 milioni di euro, riguardano tutti e quindici i municipi della città: dal centro al Lungotevere, da viale Etiopia alla Nomentana, dalla Palmiro Togliatti a via del Trullo, dalla Casal del Marmo a via di Bravetta.
Peccato però che in tanti casi le imprese che hanno vinto l’appalto non sembrano avere fatto troppo caso ai dettagli. Ecco perchè, dal centro alla periferia, in molte strade l’asfalto ha ricoperto anche tombini, caditoie e bocchettoni. Rendendo definitivamente otturati tutti i canali di scarico delle acque piovane.
NEL TRIDENTE
Basta farsi una passeggiata per via del Corso per rendersene conto. Nel tratto appena restaurato, tra piazza Venezia e via di Caravita, quasi tutte le griglie di ghisa sono totalmente o parzialmente ostruite dall’asfalto. E lo stesso accade a piazza Barberini e su via del Tritone, da via dei Due Macelli all’incrocio con via Sistina, dove il bitume ha completamente bloccato anche la bocca di un canale di scarico, oltre alle grate. «Poi ci lamentiamo se ogni volta che a Roma cadono due gocce le strade si allagano», si lamenta Fabrizio Sequi, portavoce del comitato dei residenti Città storica. «Viene da chiedersi quanto hanno ricevuto singolarmente le ditte che hanno effettuato, male, questi lavori e se il Comune chiederà loro indietro i soldi».
IN PERIFERIA
Anche in periferia la situazione è la stessa: strade rifatte, caditoie asfaltate. In via di Grotta Perfetta, restaurata dall’altezza di via Ardeatina per 1 chilometro e 300 metri, alcune caditoie sono state totalmente ricoperte di bitume, rendendo di fatto impraticabile lo scolo dell’acqua.
I lavori anti-buche del Comune intanto vanno avanti. L’associazione dei consumatori Konsumer ha attivato su Roma un osservatorio anti-buche per ricevere le segnalazioni dai cittadini e inviarle al Comune. «Se entro 30 giorni non saranno presi provvedimenti, faremo partire la diffida giudiziaria – spiega il presidente Fabrizio Premuti – Se poi cadendo su quella strada qualcuno si farà male, il problema poi diventa penale. L’obbligo è quello di intervenire, non certo di stare a guardare che la situazione degeneri sempre di più».
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