Se la polemica è un cinguettio: quando Twitter diventa il teatro degli scontri più accesi

Se la polemica è un cinguettio: quando Twitter diventa il teatro degli scontri più accesi
di Maria Latella
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Mercoledì 29 Luglio 2015, 23:26 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 17:12

Che cosa induce due adulti consenzienti all'investimento di tempo e di neuroni, (per pochi che siano comunque servono) necessari per esprimere in 140 caratteri concetti profondi quali: "Che imbecilli". Oppure: "Curati" Risposta: "Si curi" lo dica a chi le dà confidenza per farlo". Sarà il caldo? Ma il caldo dovrebbe placare, mica accendere.

La social-lite è nata, lo sapete, perché il duo comico Bizzarri-Kessisoglu è andato in tv, e in divisa da marò, ha ironizzato sui politici incapaci di risolvere la vicenda che ormai da anni vede incastrati Girone e Latorre. Il senatore Maurizio Gasparri li ha criticati su Twitter. Bizzarri, lo sventurato, rispose.

Duecento tweet e qualche articolo di stampa dopo l'avvio del loro contenzioso, mi appresto purtroppo a dare anch’io il mio contributo, pur sapendo che in questi casi la soluzione migliore sarebbe lasciarli soli, fare con discrezione un passo indietro.

Così, per non disturbare. Dopo duecento tweet, una certa intimità dev'essersi pur creata tra Gasparri e Bizzarri e dunque perché spezzare una storia, interrompere un'emozione.

PARTECIPAZIONE

Il guaio è che non tutti la pensano così. La gente partecipa. Risponde. Prende le parti di Bizzarri. Alimenta il vortice del nulla. Del resto è estate. Twitter, poi, (e anche d'inverno) è un posto che sembra inventato apposta per Gasparri. Ha una certa pratica nel provocare. Venti o trent'anni fa, uscivano due righe di agenzia e se gli andava bene il giorno dopo una breve sui quotidiani. Ora, il limite è il cielo.

Polemizzare via Twitter, per chi ci è portato, è una win win situation. Suscita l'attenzione e non impegna. È l'equivalente mediatico di quello che attorno ai sei anni ci spingeva a urlare: «Guarda papà, guarda. Vado in bicicletta senza mani» ma esclude il rischio che ci si possa ritrovare con due incisivi rotti. Su Twitter è tutto virtuale, un giorno magari capiterà che Gasparri e Bizzarri si incontrino per caso al bar, ma escludo che uno dei due tiri un cazzottone sui denti all’altro. Oddio, se succedesse...

La tendenza Twitter consente di sbroccare senza nemmeno l'ipocrisia di certe liti da osteria, tipo: «Tenetemi se no lo meno». Su Twitter non ti tiene nessuno e in più dopo i tuoi 140 caratteri non dicono «è meglio che tu vada a casa». No, ti danno soddisfazione, insomma parlano pure di te, cosa massimamente ambita in tempi di epidemia narcisistica. A volte si creano anche dei simpatici triangoli. Matteo Salvini apprende che in tv Jovanotti critica le sue posizioni e gli risponde, naturalmente su Twitter: «Minestrone Unico Mondiale? No grazie. Mi piacciono le sue canzoni ma l'idea è senza gusto». Jovanotti, ormai calato nel ruolo di maitre a-penser dei poteri forti e globali replica «È bello avere idee e orizzonti diversi, ti rispetto e ti trovo forte nell'esposizione delle tue». Morta lì, direte voi. Macché. Si unisce anche Fedeze si continua.

Son storie che quasi mai si chiudono con «e vissero felici e contenti». Troppo facile conquistarsi il quotidiano attimo di notorietà via Twitter e c’è gente che sta male se per un giorno Dagospia non la cita. Roberto D’Agostino lo sa e ha per l'appunto varato apposita rubrica sui tweet. Quando proprio non c’è materiale, si diceva, si ricorre a quello fornito da terzi. Maestra del genere è Kim Kardashian, una che deve avere una centrale tipo Spectre, decine di addetti che alimentano day by day la sua presenza sui social media. Tempo fa la rapper Nicki Minaj s’era lamentata su Twitter per la mancata nomination del suo video agli Mtv e aveva buttato là che forse non l'avevano premiata in quanto diversamente magra. Cicciottella insomma. Di questi tempi se la butti su una discriminazione qualunque, ti garantisci un bel po’ di followers e mentre la polemica tra lei e Taylor Swift montava meglio della panna, la centrale di comunicazione che gestisce i Kardashian ha fiutato l'argomento giusto e zac, ha piazzato i tweet di Kim.

Cosa dite? Sono tutti pazzi? Insomma. Dopo una fase critica, Twitter ha annunciato di aver chiuso il secondo trimestre con ricavi in aumento del 61%.

Certo, devono ringraziare le Kardashian e i Gasparri del mondo, gente che per loro (e un po' per se stessi) si attiva strenuamente: una polemica al giorno toglie l'anonimato di torno. E ora scusatemi. Dovrei andare su Twitter per vedere se qualcuno ha voglia di litigare con me. Manca poco al settantamillesimo follower, con un po'di impegno ci arrivo. Se solo non facesse cosi caldo...

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