Sorridere col volto di un altro: a New York effettuato il primo trapianto di faccia totale

Sorridere col volto di un altro: a New York effettuato il primo trapianto di faccia totale
di Flavio Pompetti
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Sabato 21 Novembre 2015, 14:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 21:31
NEW YORK Vivere con la faccia di un altro. Non la semplice cessione del naso, delle orecchie o delle sopracciglia, operazioni effettuate già molte volte nella storia della chirurgia. A quarantun'anni di età e a quattordici dall'incidente che gli aveva cancellato l'identità e il sorriso, Patrick Hardison sta imparando ad esprimersi con la faccia di David Rodebaugh, il 26enne acrobata di skateboard che prima di morire gli ha donato il suo nuovo viso. Hardison era un ricco venditore di ricambi d'auto in Mississippi, felicemente sposato e padre di tre bambini. Era anche un volontario dei vigili del fuoco, nella piccola caserma del suo paese. E da lì è partito un giorno di settembre del 2001 per rispondere alla chiamata di una casa in fiamme, il cui proprietario era in salvo sul marciapiede e implorava aiuto per la moglie rimasta all'interno. Il pompiere entrò due volte nella casa, la seconda da solo.



Un soffitto incendiato gli crollò addosso con un tale scoppio di calore che la gomma della maschera che indossava iniziò a sciogliersi e dovette rimuoverla. Quando uscì dall'abitazione i suoi colleghi videro che l'intera faccia di Patrick era in fuoco. L'autoambulanza lo portò via mentre la donna che si pensava intrappolata stava tornando dal fiume.



LE PROTESI Dodici anni e settantuno operazioni chirurgiche più tardi, Hardison era tornato ad essere in qualche modo una persona funzionale, nonostante l'aspetto. La pelle del volto era una cicatrice molle e deforme, senza palpebre e con il labbro rovesciato dall'interno verso l'esterno per dare una sembianza umana alla sua bocca.



Le orecchie erano protesi di silicone, attaccate alle tempie da calamite sottocutanee. I suoi familiari si erano adattati al cambiamento e lo amavano così com'era, ma Patrick era diventato un uomo diverso. L'assuefazione agli antidolorifici lo aveva reso scontroso e inaffidabile sul lavoro, e i soldi erano spariti, così come finì per fare sua moglie. Il primo barlume di speranza gli è venuto tre anni fa dall'incontro con il dottor Eduardo Rodriguez, figlio di esuli cubani negli Usa.





Dopo 17 anni di apprendistato e di studi di microchirurgia tra la Johns Hopkins e Taiwan, dirige una sua equipe al Langone Medical Center di Manhattan, e nel 2012 ha trapiantato per la prima volta parte della faccia con mascella denti e lingua, ad un paziente che aveva ricevuto un colpo di pistola in pieno volto. L'operazione è rischiosissima: anche se perfettamente riuscita, il rigetto è quasi assicurato negli anni successivi, e può avere esiti mortali. Ma Hardison era un uomo disperato, e ha accettato di mettersi in attesa di un donatore.



I FALSI ALLARMI La chiamata è arrivata tre mesi fa dopo un paio di falsi allarmi: la prima volta i familiari del donatore avevano ritirato l'offerta all'ultimo minuto; la seconda era stato Hardison a rifiutare l'offerta di ricevere il volto di una donna. Si è così arrivati alla notte del 12 agosto, quando David Rodebaugh, un giovane autore di spericolate competizioni di skateboard aveva investito un passante e nella caduta aveva battuto la testa.



Avvertiti della condizione di coma irreversibile, i genitori avevano autorizzato le donazioni degli organi vitali. Il dottor Rodriguez e i suoi assistenti hanno rimosso un centimetro di pelle, muscoli e terminazioni nervose dalla testa di David, dalla base posteriore del cranio fino al mento, e nel corso di un'operazione di 27 ore l'hanno trasferita sul volto di Hardison, dal quale era stato rimosso il tessuto cicatrizzato.



Il momento critico è stato la cucitura della giugulare, che nei due pazienti aveva un diametro diverso.
Rodriguez ha dovuto clampare, interrompere il flusso della carotide per 30 minuti prima di tornare a irrorare il tessuto appena ricucito, e scoprire con sollievo che i capillari erano tornati a funzionare regolarmente. Novanta giorni dopo l'intervento Hardison si è mostrato ai suoi figli e al mondo. La nuova faccia è ancora un po' gonfia e non sempre risponde ai comandi che vorrebbe darle, ma per la prima volta accenna ad un sorriso.
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