Mini partite Iva, la tassa scende al 7-8%

Mini partite Iva, la tassa scende al 7-8%
di Andrea Bassi
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Giovedì 6 Novembre 2014, 22:13 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 08:48
La tassazione agevolata delle partite Iva inserita dal governo nella legge di Stabilità potrebbe cambiare. All’attenzione di Palazzo Chigi ci sarebbero una serie di emendamenti sostenuti dal sottosegretario dell’Economia, Enrico Zanetti, per riscrivere la norma elimando le penalizzazioni per i cosiddetti «lavoratori della conoscenza», quelle partite Iva come designer, grafici, comunicatori, informatici, che rischiano invece di essere penalizzati dalla formulazione contenuta nella manovra.



Attualmente la Stabilità prevede una tassazione forfettaria del 15 per cento con un tetto del reddito, però, a 15 mila euro. Accanto a questo, la stessa norma, prevede una decontribuzione che, tuttavia, riguarderebbe solo artigiani e commercianti. In questo modo, però, proprio i lavoratori della conoscenza rischiano di essere penalizzati. I più giovani di sicuro. Oggi, per i primi cinque anni di attività e fino al compimento dei 35 anni, l’aliquota forfettaria prevista è del 5 per cento. Dieci punti più bassa di quella prevista nella manovra dal governo. La proposta Zanetti prevede di alzare comunque questa aliqutoa al 7-8 per cento, rendendola però permanente e non più limitata per cinque anni. Non solo. Anche la soglia di reddito verrebbe aumentata da 15 mila e 30 mila euro. Per garantire che il costo dell’operazione (circa 900 milioni di euro) non salga, l’emendamento prevede l’eliminazione della decontribuzione (che vale circa 500 milioni e che comunque riguarderebbe solo commercianti e artigiani).



LE ALTRE MODIFICHE

«Sarebbe», spiega al Messaggero lo stesso Zanetti, «un passo in avanti che permetterebbe di dare un segnale positivo a oltre un milione di partite Iva. È vero», aggiunge il sottosegretario, «che avremmo un’aliqutoa leggermente più alta di quella attuale, ma in cambio la tassazione forfettizzata verrebbe resa stabile». Ieri intanto, il vice ministro all’Economia, Enrico Morando, ha aperto a modifiche del testo della manovra anche su fondi pensione e Tfr. La tassazione degli investimenti nel risparmio previdenziale, che la Stabilità aumenta dall’11,5 per cento al 20 per cento, potrebbe essere rivista di qualche punto al ribasso. Così come anche sul Tfr in busta paga il prelievo fiscale non sarebbe più effettuato con l’aliquota marginale del reddito, ma con una tassazione più favorevole. Con un emendamento governativo, poi, dovrebbe entrare nel provvedimento la «local Tax», la tassa unica comunale sugli immobili che ingloberà Imu, Tasi e altri balzello comunali. I sindaci dovrebebro ottenere anche il gettito degli immobili industriali, oggi riservato allo Stato, ma restituire quello delle addizionali Irpef. Sempre ieri, intervenendo alla Camera, la neo direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha delineato la nuova strategia del Fisco per la lotta all’evasione. Con la tracciabilità dei pagamenti, ha spiegato, non ci sarà più la necessità nemmeno degli scontrini fiscali. Non solo.



A cambiare sarà l’intero rapporto tra il Fisco e il contribuente. L’Agenzia metterà a disposizione di tutti i dati di cui è in possesso. In questo modo il contribuente potrà conoscere quello che il Fisco sa di lui ed adeguarsi nel momento in cui bisognerà dichiarare i propri introiti. Il rapporto cambierà non solo con il singolo contribuente, ma anche con le imprese, a cominciare dalla revisione degli studi di settore. Sulle imprese minori, ha spiegato la Orlandi, «è in corso una profonda riflessione». Per quanto riguarda poi l’attuazione della delega fiscale, il prossimo decreto atteso per novembre, definirà una nuova normativa in materia di abuso del diritto, senza costituire, ha assicurato la direttrice dell’Agenzia, un affievolimento della lotta all’evasione, ma piuttosto una regolamentazione precisa di un principio, finora non normato.
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