Luca Argentero da giovedì al cinema con Poli opposti: «Io, l'ultimo romantico»

Luca Argentero da giovedì al cinema con Poli opposti: «Io, l'ultimo romantico»
di Gloria Satta
3 Minuti di Lettura
Martedì 6 Ottobre 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 14:17

Più diversi di così sarebbe impossibile. Lui fai il terapista di coppia e cerca di rimettere insieme le persone che si separano. Lei è un avvocato divorzista agguerritissimo e semina il terrore tra i mariti. S'incontrano, si scontrano, apparentemente si detestano. E se ci si mette di mezzo il figlio adolescente che lei ha cresciuto da sola, un ragazzino paffuto vittima dei bulli e in cerca di un papà, indovinate come va a finire?

Esce l'8 ottobre (con 01) Poli opposti, opera prima di Max Croci. Si tratta di una commedia romantica che intende essere “all'americana” e punta tutto sui due protagonisti belli, fascinosi e terribilmente glamour: Luca Argentero e Sarah Felberbaum. Luca, 36 anni, sex symbol universalmente acclamato, un film dietro l'altro (è attualmente sul set del cinepanettone Natale ai Caraibi), racconta la sua esperienza.

Perché ha deciso di girare “Poli opposti”?

«Perché è una commedia romantica dichiarata e mantiene i suoi intenti.

Mi fa venire in mente i film di Cary Grant... E ha un'eleganza di fondo che sento congeniale, ma negli ultimi tempi si è persa».

Cosa intende dire?

«L'uomo contemporaneo spesso è aggressivo e arrogante. Viviamo di corsa, al ritmo di whatsapp. Il corteggiamento è un ricordo del passato e oggi per mettersi insieme bastano dieci messaggi sul cellulare. Siamo iperconnessi ma ci conosciamo molto meno di prima. Che peccato».

Nella vita, lei è un tipo romantico?

«Sì, decisamente. Vado in controtendenza. Mi piace sospirare per amore, anche soffrire quando è il caso. Romantici si nasce, non si diventa».

Quando è stata l'ultima volta che ha mandato delle rose rosse?

«È successo di recente, anche se ormai preferisco regalare piante al posto dei fiori. Ma io faccio cose romantiche anche al di fuori del rapporto di coppia: qualche settimana fa sono andato in India per staccare dal lavoro e ho mandato tante cartoline. I destinatari sono rimasti sbalorditi, nessuno lo fa più».

E perché ha deciso di interpretare un cinepanettone?

«L'idea mi divertiva e devo dire che sto facendo una bellissima esperienza. Il regista Neri Parenti è un abile tecnico e sul set c'è un clima di leggerezza molto invogliante».

Contento della sua carriera?

«Sì. Giro un film dietro l'altro. Non potrei desiderare di più e spero di continuare con questo ritmo».

Si sente un sex symbol?

«Nemmeno un po'. Sono gli altri ad aver scelto questo ruolo per me. Io sono pochissimo vanitoso».

Come gestisce l'entusiasmo dei fan?

«Con molto piacere. Essere preso d'assalto con richieste di autografi e selfie non mi infastidisce affatto. E devo dire che nessuno è mai stato aggressivo con me, il “tifo” nei miei confronti è sempre all'insegna del garbo».

Cosa manca al nostro cinema per tornare grande?

«Oggi la qualità è alta, non si discute, ma spesso il pubblico è prevenuto contro i film italiani per colpa delle delusioni avute in passato. Dobbiamo ribaltare la tendenza e prendere l'esempio dagli americani che mantengono sempre le promesse».

Non è tentato, come tanti suoi colleghi, dalla regia?

«No, non è il mio mestiere. Fare il produttore mi attira di più, infatti ho fondato una società. Ma ho anche investito buona parte dei miei guadagni per promuovere la creatività giovane in tutti i settori, non solo nel cinema».

Qual è il suo film romantico per eccellenza?

«Non ho dubbi: Harry ti presento Sally».