Keaton suora per Sorrentino

Keaton suora per Sorrentino
di Gloria Satta
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Martedì 28 Luglio 2015, 23:00 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 12:47
Paolo Sorrentino, che sta iniziando a girare a Roma The Young Pope (il Papa giovane), la serie internazionale coprodotta da Sky, Hbo e Canal+, cala un nuovo asso: dopo l’inglese Jude Law, 42 anni, protagonista nel ruolo di un immaginario pontefice americano, il regista premio Oscar si è ora assicurato Diane Keaton.

Un Oscar vinto nel 1978 per la commedia Io e Annie, una carriera all’insegna di grandi registi come Coppola, Beresford, Parker e un’intensa attività di produttrice e scrittrice, 69 anni portati alla grande, l’ex musa di Woody Allen interpreterà una suora originaria degli Stati Uniti ma residente in Vaticano. Una personalità forte, destinata ad incrociare il suo cammino con quello del papa americano che è un tipo radicale, controverso, fumatore accanito.



Insomma, se proprio vogliamo cercare paragoni con l’attualità (operazione alquanto insensata se riferita al talento visionario di Sorrentino) il pastore di anime di The Young Pope è l’opposto dell’amatissimo Papa Francesco. Che, invece, sarà il protagonista dichiarato del nuovo film di Daniele Luchetti, Il mio nome è Francesco (nelle sale a Natale) sulla giovinezza di Bergoglio in Argentina.



SANTITÀ

«La serie parlerà dei segni evidenti della presenza di Dio e di quelli della sua assenza, di come si cerca e di come si perde la fede», ha spiegato Sorrentino, «ma anche della grandezza della santità, così grande da diventare insopportabile». The Young Pope (prodotta per l’Italia da Wildside), sceneggiato dal regista con Tony Grisoni, Umberto Contarello e Stefano Rulli, si articolerà in otto episodi. Ed è una delle grandi produzioni internazionali che, come 007-Spectre, Zoolander, Ben Hur e Everest (il film che inaugurerà la 72ma Mostra di Venezia) negli ultimi tempi hanno scelto la Capitale come scenario.



Dopo Roma, le riprese toccheranno gli Usa, l’Africa e Portorico. The Young Pope racconta il controverso inizio del pontificato di Pio XIII, all’anagrafe Lenny Belardo. Arriva a Roma da cardinale, poi viene eletto Papa da un Vaticano «stufo dei pontefici troppo liberali», dice lo sceneggiatore Grisoni, «ma nessuno, nemmeno nei sacri palazzi, è preparato alla sua linea dura». Approfondisce il regista: «È un personaggio complesso e contraddittorio, così conservatore nelle sue scelte da rasentare l’oscurantismo ma anche pieno di compassione per i più deboli». Law si è lasciato sfuggire che il suo Papa immaginario «vuole cambiare la struttura della Chiesa». Belardo dovrà confrontarsi con l’abbandono degli affetti personali e avrà costantemente paura di essere abbandonato da Dio. Eppure, stando alle anticipazioni fornite dallo stesso regista, non esiterà a farsi carico «della millenaria missione di difendere quello stesso Dio e il mondo che lo rappresenta». La serie affronterà il duello interiore che agita l’animo del protagonista, tra la sua altissima carica e le sue miserie di uomo catapultato dal destino sul trono di Pietro. Parlerà anche del potere, «di come si gestisce e come si manipola» in Vaticano, e dell’amore verso il prossimo. Manca il resto del cast: si parla di un ruolo importante destinato a un’attrice francese (in pole c’è Cécile de France, “provinata” da Sorrentino già qualche mese fa) e di personaggi destinati ad attori italiani. Dietro la porta del maestro di La grande bellezza e di Youth c’è, ovviamente, una lunga fila.

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