Jeffrey Deaver e il nuovo romanzo "Solitude Creek": «Il terrore è l'imprevedibile»

Jeffrey Deaver e il nuovo romanzo "Solitude Creek": «Il terrore è l'imprevedibile»
di Gloria Satta
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Luglio 2015, 23:05 - Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 15:32
L'assassino uccide scatenando il panico collettivo. Un innocente concerto in un pub può trasformarsi in una trappola mortale, una giornata di svago nel parco dei divertimenti rischia di generare un’ecatombe.

E non sarete al sicuro nemmeno in ascensore, dove in pochi attimi può scatenarsi l’inferno mettendovi in trappola. Jeffery Deaver è tornato per regalare ai suoi 25 milioni di lettori sparsi nel mondo paura, adrenalina, suspence e colpi di scena in dosi massicce. È appena uscito in libreria "Solitude Creek", il nuovo thriller (Rizzoli, 511 pagine, 19,50 euro) dell’autore del "Collezionista di ossa". Ma a risolvere il puzzle e a scovare l’assassino questa volta non c’è l’implacabile criminologo tetraplegico Lincoln Rhyme: ritroviamo invece Kathryn Dance, la detective esperta di cinesica, la scienza che interpreta il linguaggio corporeo delle persone. Deaver, 65 anni, ex avvocato e uomo dai poliedrici talenti (è anche esperto di cucina rinascimentale!), ci racconta la sua nuova impresa.



Prima di tutto: come le è venuta l’idea?

«Cerco sempre il modo di dare emozioni forti ai miei lettori. Faccio tutto quello che serve per elettrizzarli e coinvolgerli nella storia che racconto: questo significa cercare situazioni capaci di inchiodare l’attenzione di chi legge. Un attacco di panico collettivo tra la folla mi pare la situazione ideale».



Secondo lei, la costante minaccia terroristica oggi fa sì che il panico si scateni più facilmente?

«Indubbiamente. La paura fa ormai parte della nostra psiche. Penso sia soprattutto a causa di Internet e delle notizie diffuse 24 ore su 24. Vediamo in tempo reale talmente tanti orrori! E non parlo solo degli attacchi dei terroristici, ma anche delle brutte notizie economiche e politiche, dei delitti causati dall’odio, dei crimini generati dal bigottismo e così via».



Il panico può essere più devastante della paura?«Entrambi sono meccanismi che ci tengono vivi. Ma la paura è un sentimento più generale. Io, ad esempio, ho costantemente paura dei serpenti velenosi perché abito in un’area in cui sono diffusi. Mi prenderebbe un colpo se svegliandomi ne trovassi uno sul comodino!».



Speriamo di no. Serpenti a parte, ricorda una situazione in cui si è ritrovato in preda al panico?

«Certo. "Solitude Creek" è basato su un fatto che mi è accaduto realmente qualche anno fa quando mi ritrovai pigiato nella folla. Persi la calma, e con me anche gli altri, perché pensavamo di aver udito uno sparo a poca distanza da noi. Ma era un’illusione. Fu comunque una sensazione terrorizzante e pensai subito che su questo episodio avrei scritto un libro».



La paura che domina ormai le nostre vite influenza il suo lavoro?

«Si, senza dubbio! Sono abituato a sfruttare le mie storie personali per tenere in tensione i lettori. I miei libri sono come le montagne russe: per un po’, mentre li leggi, ti senti terrorizzato, ma poi scendi sano e salvo».



Il libro parla anche di maniaci che sul web vanno a caccia di violenza estrema: che lei sappia, sono tanti? «Si, quello che ho scritto è tutto vero. Esistono siti e videogames davvero spaventosi. Alcuni sono addirittura gratuiti, per entrarci basta dichiarare di avere 18 anni. I ragazzi sono protetti pochissimo, servirebbero più controlli».



Com’è nato il personaggio di Kathryn Dance?

«Volevo creare l’opposto di Lincoln Rhyme che è come Sherlock Holmes: molto distaccato e scientifico. Kathryn è una poliziotta ma ha una famiglia, dei figli e aspirazioni romantiche. Mi sono ispirato agli esperti di linguaggio corporeo visti in azione al processo contro O.J. Simpson».



Ha inventato l’investigatrice perché le donne rappresentano la maggioranza dei suoi lettori?

«In parte è così. Circa il 60 per cento dei miei lettori sono donne e voglio farle felici creando dei personaggi che possano amare».



Rincontreremo presto Lincoln Rhyme?

«Si, sto completando un nuovo romanzo che avrà il criminologo protagonista: "The Steel Kiss", "Il bacio d’acciaio". Sto anche scrivendo dei brevi racconti».



E dopo “Il collezionista di ossa” c’è qualche film in preparazione, ispirato ai suoi thriller?

«Sono in trattative con alcuni studi tv per realizzare delle serie ispirate ai miei libri. Vuole sapere la verità? Oggi sono più interessato alla tv che al cinema».

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