Irene Grandi: «Ci provo come cantautrice». A Sanremo con un’identità nuova

Irene Grandi: «Ci provo come cantautrice». A Sanremo con un’identità nuova
di Marco Molendini
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Martedì 27 Gennaio 2015, 23:51 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 09:19
Galeotto fu Bollani, il pianista e jazzista amico di una vita di Irene Grandi. Fare un disco e andare in giro con lui, piano e voce, ha aperto orizzonti più larghi, e forse ambiziosi, per la cantante di successo e di successi (La tua ragazza sempre e Bruci la città, sono stati grandi hit). Del resto era da tempo che aveva voglia di superare i limiti dell'interprete che si accontenta del pezzo stagionale. Così, stavolta, Irene sbarca a Sanremo (ed è la quarta volta in una carriera ormai ventennale) senza porsi il problema di candidarsi alla vittoria (lo aveva fatto l'ultima volta e non portò bene). E non è questa l'unica novità.



LA NOVITÀ

Arriva all'Ariston con un'identità nuova, quella della cantautrice. Il suo pezzo, Un vento senza nome, è un brano singolare «ispirato - ricorda - da una giornata passata da sola in una casa battuta dal vento molto forte. Così mi è venuta l'idea di raccontare la storia, portata proprio dal vento, di una donna che esce da una crisi e trova la forza di liberarsi dalla forzatura di certe relazioni malate. Poi il pezzo si è completato con l'intervento di Saverio Lanza, che è anche il mio nuovo produttore, e con la presenza di Stefano Bollani che ha suonato l'intro al pianoforte». Oggettivamente un brano che, quanto meno, si distingue dal menù festivaliero, mai come stavolta improntato a una linea tradizionalista sentimental-melodica.

Eppure Irene prova ad andare in soccorso del suo concittadino Carlo Conti («nei momenti di crisi - dice - si ha meno voglia di affrontare tematiche impegnate»). Ma ci tiene a ribadire di non amare il meccanismo delle eliminazioni («è bello fare la gara, però farla tutti fino alla fine»). Quanto alla fiorentinità del Festival, la butta sullo scherzo: «Nessuna lobby. Carlo Conti prima o poi doveva farlo».

Già, il nuovo album che ha lo stesso titolo del pezzo in gara e che uscirà il 12 febbraio, però, è lei ad ammetterlo, rappresenta una sorta di riappropriazione dell'identità cittadina: «Nel disco è presente tutto un ambiente fiorentino che ho ritrovato. Un mondo che mi apparteneva già e che prima non avevo avuto il tempo di coltivare». Un lavoro di riappropriazione nato dalla scelta di «staccare da tutto».



E aggiunge: «Cambiare vita mi ha fatto scoprire che avevo ancora cose da dire».

Un bel salto, in ogni caso. Soprattutto per sganciarsi da quella sindrome che, molto spesso, si impadronisce di chi fa musica seguendo gli ingranaggi discografici: «Mi sono imposta di farlo. Basta con le uscite una dietro l'altra. Le canzoni hanno bisogno di tempo. E capire che il successo non è l'elemento centrale, che non bisogna avere paura del silenzio ti fa vivere con maggiore sicurezza. È buffo per una che cantava In vacanza da una vita». Ma c'è di più: «Ora mi sento più completa e più consapevole, anche più minimalista, perché crescendo non siamo più fuoco e fiamme, ma anche focolare».



L'album (a cui seguirà un tour teatrale primaverile, nel mese di maggio con partenza il 7 da Firenze, ovviamente, e Roma all'Auditorium, il 13) arriva a cinque anni dall'ultimo lavoro di inediti: «Ho scritto molte cose per questo disco e devo dire grazie soprattutto a Saverio Lanza che è stato capace di tirare fuori tante cose da me. E mi ha fatto molto piacere avere anche l'occasione di ritrovare Cristina Donà che ha firmato due canzoni».



All'Ariston Irene Grandi, che a dicembre ha compiuto 45 anni, canterà nella serata amarcord del venerdì Se perdo te, uno dei cavalli di battaglia di Patty Pravo, un altra bionda ribelle della pop music nazionale: «È una canzone bella, e insolita con la strofa che è più forte del ritornello. La mia versione sarà più veloce e più rock, con la chitarra in primo piano e conservando il gusto degli anni Sessanta. Patty la stimo molto, mi piace il suo stile e mi piace anche assomigliarle. Tra l'altro è una delle poche donne ad aver fatto qualcosa con Vasco Rossi, come me».



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