Il governo ha decretato da qualche tempo il de profundis per la casa madre Cnel. La legge di Stabilità è andata oltre, ha azzerato le indennità per i consiglieri. Ma c’è chi, per una sorta di accanimento terapeutico, punta a mantenerlo in vita. gratis. Quando a Villa Lubin si spegneranno le luci e i 90 dipendenti, tra i quali si annidano professionalità eccellenti che ormai rischiano la depressione, traslocheranno. E i Crel?
PRESIDENTE DI 83 ANNI
Sia chiaro. La casa madre è del tutto scollegata dai Crel che possono considerarsi filiazione naturale ma illegittima. A parte i protocolli di reciproca collaborazione firmati all’atto di nascita e poi finiti nel dimenticatoio. A Villa Lubin il giro di vite è iniziato tra la fine del 2011 e il 2012. Prima tra contratti di ricerca e incarichi vari si spendevano 4 milioni e 600 mila euro. Per i rimborsi delle missioni si spendevano 3 milioni e 300 mila euro. Per non parlare dei convegni. Quello dell’Istituto nazionale fauna, in programma il prossimo 7 novembre, si occupa del “programma di integrazione dei colombi di città”. È stato annunciato sul sito e poi cautamente cancellato.
Da gennaio stop alle indennità per il presidente e i consiglieri. «Mi sembra che la legge non sia stata ancora approvata - consiglia prudenza Paola Manacorda, consigliere Cnel - ne discuteremo all’assemblea. Ma sia chiaro: i rimborsi per le spese di funzione non si possono tagliare». I 90 dipendenti Cnel non rischieranno il posto. Verranno assorbiti dalla Corte dei conti. Non sarà così per 4 precari storici, tutti impiegati, che alla fine di dicembre resteranno a spasso. Perché, può sembrare assurdo, ma al Cnel, considerata da sempre “la casa dei sindacati” , si può restare con un contratto a termine anche 23 anni. Paradossi italiani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA