Case da vip, affitti stracciati
paga solo un inquilino su 10

Case da vip, affitti stracciati paga solo un inquilino su 10
di Simone Canettieri
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Giovedì 12 Febbraio 2015, 23:47 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 10:54
Fanno così ridere da non essere mai stati presi sul serio. Oltre otto milioni di euro di affitti evasi a fronte di canoni incredibilmente bassi per il mercato del mattone europeo. Case, magazzini e locali commerciali in zone di pregio occupati da chi, per tutta risposta, non ha mai pagato il canone: 9 su dieci risulta moroso. Eppure i fortunati locatori avrebbero dovuto baciare per terra per così tanta concessione pubblica. Qualche esempio da far rigirare le budella? 23 (ventitrè) euro al mese per cinquanta metri quadri in via dei Coronari, dietro piazza Navona, oppure sempre per citare casi altrettanto eclatanti 55 euro per un bilocale in via San Paolo della Regola, a due passi da Campo de’ Fiori.



La lista dei baciati in fronte dal dipartimento Patrimonio di Roma Capitale è sterminata: oltre seicento immobili di pregio che ora la giunta Marino, dopo aver tolto la gestione del dossier alla Romeo, vuole mettere sul mercato. Obiettivo: ricavarne 300 milioni. La battaglia in Aula per approvare la delibera è appena iniziata, la guerra è totale su tutto. Anche perché ci vale un attimo a lisciare il pelo all’antipolitica. E ieri mattina scintille in Aula quando Alessandro Onorato (Lista Marchini) ha fatto entrare un cartonato del sindaco con la scritta ”Svendo tutto”. In maggioranza c’è chi non l’ha presa bene: il Pd Orlando Corsetti si è attaccato sia con Onorato sia con il leghista Marco Pomarici. Spintoni e urla. Sugli ”spalti”, anche gli attivisti Ncd con cori e sfottò.



CHI C’È

A scorrere la lista dei privilegiati cronici salta all’occhio anche un’altra beffa. Non contenti dei trattamenti di favore (per usare un eufemismo) portati a casa in decenni di vacche grasse nove su dieci hanno deciso dalla notte dei tempi di non pagare l’affitto e di far trascinare la vicenda nei tribunali. Nella lista non ci sono cognomi che richiamano direttamente a politici e personalità dello spettacolo, i vip. Ma basta aver intestato a suo tempo il contratto a una sorella o a una moglie qualsiasi per uscire dai radar di chi vive a Trastevere, ai Parioli o nel tridente in case ”regalate” a cinquanta euro al mese. Non ci solo privati, nella lista che sta facendo accapigliare la politica romana. La comunità ebraica di Roma per due appartamenti in zona Ghetto, per un totale di 150 metri quadrati, dovrebbe pagare meno di 8.000 euro all’anno. Dovrebbe, però. Perché secondo i dati del Campidoglio è morosa per ambo gli immobili di circa 12.000 euro. Poi ce n’è anche un terzo: 100 metri per quattrocento euro al mese con un saldo passivo di 10mila euro. Problema che non si pone per il Vicariato di Roma: 84 metri all’ultimo piano in via Enrico Cialdini sono dati a titolo gratuito dal Comune. Anche la politica non è da meno: Rifondazione comunista per la sede del circolo di Trastevere (30 metri) ha firmato un contratto da 1.200 euro al mese. Si dirà: toh, finalmente un trattamento equo. Peccato che il partito con la falce e il martello si sia dimenticato di pagare da quasi cinque anni: il Comune è in attesa di riscuotere da Ferrero e compagni 73.861 euro. Poi nel mare magnum dei morosi ci sono anche i cugini di Guidonia: l’amministrazione tiburtina dispone di undici appartamenti, ovviamente a un trattamento di favore, che però non è mai stato restituito. Il municipio dell’hinterland è in difetto di quasi mezzo milione di euro.



I COMMERCIANTI

A spulciare tutti i nomi spuntano anche negozi d’abbigliamento gestiti da imprenditori cinesi, ristoranti tipici e frequentati dalla Roma glamour, pizzerie e sedi di società di servizi. Per tutti, o quasi, lo stesso ragionamento: non solo un obolo simbolico in cambio dell’immobile in centro ma nemmeno mai o quasi pagato. E’ naturale che in clima così la politica provi a portare a casa il punto. L’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi spiega: «La situazione attuale non comporta benefici per il Comune, ma soprattutto spese di gestione e manutenzione, che gravano sulle casse della città e quindi sulle tasche di tutti - aggiunge - D'altra parte per un'amministrazione pubblica non ha alcun senso mantenere proprietà immobiliari che non abbiano una finalità strategica o sociale e per di più fino ad ora gestite in modo pessimo». Orfini, come commissario del Pd di Roma, prova a dare un senso a questa storia: «Si va finalmente verso la fine di affitti irrisori per ritornare a investire sulla città». Sel già mette le mani avanti: non devono essere venduti gli edifici utili alla città. La partita è ancora tutta da giocare. La delibera in questione è accompagnata da migliaia di emendamenti per stabilire i criteri e la quantificazione degli immobili da mettere in vendita. Soprattutto c’è da sciogliere il nodo dei morosi: teoricamente chi non ha pagato per tutti questi anni basta che lo faccia prima dell’asta e godrà di un diritto di prelazione e di uno sconto del 30% per cento sull’acquisto. Sembrerebbe un premio fedeltà. Su questo anche nel Pd ci sono posizioni differenti, a Fabrizio Panecaldo il solito compito di trovare una sintesi. Anche perché l’opposizione è pronta ad affilare le armi. Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia chiede che «le percentuali di sconto siano riconosciute all’affittuario solo previa indagine dello stato patrimoniale e verifica di eventuali conti bancari presso istituti di credito del soggetto stesso». Oggi ancora consiglio comunale, che rischia di trasformarsi da Fatebenefratelli a ufficio del catasto.