Barca attacca: «Degrado colpa degli ex Dc». Sezioni Pd senza pace, tra accuse e nostalgia

Barca attacca: «Degrado colpa degli ex Dc». Sezioni Pd senza pace, tra accuse e nostalgia
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Sabato 20 Giugno 2015, 23:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 20:47
Chi sono i maggiori responsabili del degrado del Pd: gli ex comunisti o gli ex democristiani? L’altra sera alla festa dell’Unità, mente Fabrizio Barca parlava del partito brutto, sporco e cattivo, un tam tam di giovani e anziani militanti sotto il palco non faceva che trasmettere questo messaggio: «Ci siamo uniti con i democristianoni e da allora è precipitato tutto. Noi berlingueriani e loro sbardelliani: ecco la differenza e ora ci tocca vergognarci per colpe che non abbiamo!». Oddio, è davvero così? L’impurità del Pd romano nasce dalla purezza dei post-comunisti rovinata dall’impudicizia dei democristianoni maneggioni e forchettoni? Dal palco, anche Fabrizio Barca - figlio di Luciano, una delle menti del migliore Pci perbene e perbenista - sembra avvalorare questa impostazione. Cinguetta l’ex ministro dem, in panni da sociologo politico e da ripulitore delle malefatte della sinistra unita al centro: «A furia di cercare voti voti voti, il partito ha aperto anche alla destra Dc». E gli ex democristiani si sono arrabbiati assai.

RABBIA

Ieri mattina, a via degli Scialoja, federazione del Pd, dove Barca ha accolto i militanti dei circoli che avevano qualcosa da obiettare in merito al suo documento sul partito, si presenta tra i primi uno arrivato da Ostia e piuttosto recriminante: «Come ti devo chiamare, compagno Barca o amico Barca?», gli fa. E poi: «Volevo solo farti notare che nel nostro circolo, che tu giudichi pessimo, i tesseramenti servivano a pagare i debiti dei Ds di Roma». Rabbia ex Dc. La medesima che viene sfogata sul Domani d’Italia, il giornale di Lucio D’Ubaldo, ex senatore che viene da quella stessa storia e che non ha mai amato la demonizzazione della Balena Bianca allora e figuriamoci se la accetta oggi che non esiste più da tanto tempo. Non è vero - è la sua tesi - che la degenerazione del Pd derivi dalla Dc. Ma molti del circolo di Grotta Perfetta, uno di quelli da chiudere e qualcuno di loro è andato a spiegare le cose a Barca, un po’ propendono all’idea che i democristianoni sono sempre demoniaci.



Quindi: di chi è la colpa? Di sicuro, fa impressione vedere le sezioni di quello che fu l’ex Pci trascinate così in basso, sul palcoscenico mediatico, naturalmente per colpa loro (ma colpa specifica dei compagni o degli amici, dei rossi ex o degli scudocrociati poi popolari e margheritici?). Basti pensare a come fu immortalata la sezione di piazza Verbano in un film - «Mario, Maria e Mario» - del maestro Ettore Scola. Una storia d’amore, tradimento e politica al tempo della svolta dal Pci al Pds. Una vicenda personale e politica a suo modo grandiosa.



E ora: da Scola a Buzzi, iscritto alla sezione, ormai chiusa, Versante Prenestino? E che dire della sezione di Ponte Mammolo, considerata indecente da Barca ma a suo tempo frequentata da Pier Paolo Pasolini? Lì, e a Pietralata e nelle altre sedi comuniste da periferia pasoliniana, PPP vedeva la «forza primigenia» del proletariato non ancora corrotto dalla modernità e che in qualche caso ancora andava, comunisticamente, con le lucciole. In quei locali di partito, PPP rintracciava, anti-intellettualisticamente, «non l’idea di popolo ma il popolo». In carne ed ossa. E ora? Quelle sezioni diventate circoli sono diventate un’inferno d’intrallazzi e non si sa chi ne ha fatti di più.



Anche il circolo di Testaccio, secondo Barca, va chiuso. E qui però, nella sezione in cui Nanni Moretti ambientò l’inizio del suo film «La cosa», sullo psicodramma politico-popolare nel passaggio dal Pci al Pds, gli ex Dc al tempo del Pd non hanno proprio toccato palla mai. Dunque, innocenti qui e innocenti ovunque?



Osserva il democristianerrimo Beppe Fioroni: «Non ritengo che Barca, persona che stimo e convinto sostenitore del Pd, possa avere messo in discussione l’unione tra Margherita e Ds, ossia l’unico progetto innovativo che è nato sulla scena politica nazionale negli ultimi decenni». E così la pensano altri. I quali, offesi con Barca, fanno notare quanto nel Pd romano abbiano sempre contato soprattutto i post-comunisti: dai veltroniani ai giovani turchi giovani turchi. E ancora: dei 27 circoli da sopprimere, 25 sono in quota ex Ds.



AMALGAMA

Si difende, addirittura, il deputato dem Marco Di Stefano, approdato al Pd via Udeur e inquisito per tangenti, molto votato: «Il dossier presentato da Barca contiene un’analisi superficiale e chiaramente di parte». Parte ex Pci. Dall’altra parte, si fa notare come su un figlio doc del berlinguerismo, Stefano Fassina, super votato alle ”parlamentarie” per il 2013, si sia condensato molto voto pilotato ex Dc proprio per dimostrare che le differenze non esistevano più e che l’amalgama era riuscito. Mafia Capitale, o almeno Barca, rimette in discussione tutto?

© RIPRODUZIONE RISERVATA