L'orizzonte degli eventi: quando è l'arte a sfilare in passerella

L'orizzonte degli eventi: quando è l'arte a sfilare in passerella
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Lunedì 3 Giugno 2013, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 15:27

ROMA - Quale pu essere l'effetto di applicare alla moda i criteri interpretativi propri dell'arte? Cosa succede se si considerano i grandi stilisti contemporanei come artisti a tutti gli effetti? A porsi queste e altre domande Fabriano Fabbri, docente di Fenomenologia degli stili, Made in Italy e Tecniche dell'arte contemporanea all'Università di Bologna e direttore del Corso di Laurea Magistrale in Moda presso il Polo scientifico-didattico di Rimini: le sue risposte sono contenute nel libro «L'orizzonte degli eventi.Gli stili della moda dagli anni sessanta a oggi» (Atlante Editore). «La moda negli ultimi cinquant'anni è cambiata profondamente, - spiega Fabbri. - Nuovi consumatori si sono affacciati sul mercato facendo della moda un fenomeno di massa, mentre la cultura giovanile manifestava anche nel look la necessità di rompere col passato, di farla finita con regole che non rappresentavano più le istanze della modernità». «L’orizzonte degli eventi» mette in relazione l'universo della moda, gli stilisti emergenti, le tendenze e i materiali con gli esiti più interessanti dell'arte contemporanea e i fenomeni più incisivi della cultura pop. Designer come Pierre Cardin, André Courrèges, Ungaro e Paco Rabanne a Parigi; Fiorucci, Versace, Moschino, Dolce & Gabbana in Italia da sempre ribaltano le convenzioni. La moda radicale ha da poco ripreso a sfidare i preconcetti e le nuove capitali della moda (Giappone, Paesi Bassi, Brasile) contribuiscono a moltiplicare i richiami all'avanguardia artistica e ad annullare le barriere fra cultura «alta» e «bassa».

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