NEL GUARDAROBA
C’è bisogno di sicurezza, di sprofondare in un maglione che si fa abito, di assaporare certezze e ricordi d’infanzia, perché le sfide da affrontare sono tante e non fanno paura, ma affascinano e somigliano al canto delle sirene di Ulisse. Gli abiti del guardaroba dell’autunno/inverno sono sostanzialmente classici e rassicuranti, ma poi si elevano con un guizzo anticonformista, che rende sorprendenti anche gli ordinari ambienti del supermercato o dell’ufficio. Il minimalismo è severo nelle forme, un po’ meno nei materiali, che sfoggiano ricchezze spesso strabilianti.
LE SILHOUETTE
Le silhouette sono pulite, anche quando il tramonto può lasciare il passo a qualche follia da cocktail. I cappotti sono fluidi, assorbono i colori della terra e acquistano il colore e la croccantezza di quei sigari stagionati che erano il dopo pranzo degli uomini d’inizio secolo scorso, come mostrano Max Mara, Salvatore Ferragamo ed Ermanno Scervino. I capospalla diventano così fluidi da trasformarsi in stole simili a coperte, come quelle che si tiravano sugli occhi, da piccoli, per paura della notte. I vestiti della stagione che verrà sono pronti a ogni situazione e latitudine, perché contengono in sé una contraddizione costante e affascinante.
Cosi, ad esempio, sono privi di orpelli, ma costruiscono a sorpresa forme ad anfora. Oppure trasformano la pelliccia in indumenti aderenti, accessori e anche capi sportivi, la rendono aggressiva e famelica e la elevano a feticcio irrinunciabile. Ancora, ampliano forme e volumi, giocano con angoli e regole matematiche e poi trasudano sensualità grazie a un rigoroso completo maschile. Il corpo non è più esibito, ma venerato dalle stoffe, all’apparenza ruvide, scelte per creare una barriera protettiva. Sono tutte le sfaccettature di una donna e i ruoli diversi che ogni giorno vive, portandosi sempre dietro un po’ di quell’interno borghese con “finestra con vista” sul mondo intero esemplificato chiaramente da Tod’s. Il piacere prima di tutto a se stesse permette di muoversi sui tacchi, così come su sicurezze e incertezze, ma anche su sneakers e scarpe basse maschili, per camminare più velocemente e non perdere l'aderenza con la realtà. Se ci si ferma può essere ovunque e gli abiti non devono mai essere fuori luogo. Si può sedere su un divano, sulla sedia d’ufficio, su un letto per vegliare sul sonno di chi si ama o su una panchina ad aspettare.
Le gonne sopra il ginocchio sono ben poche. Uno spacco o un orlo asimmetrico possono raccontare molto di più. Possono persino narrare una fiaba. Quella che racconta di lupi, gufi e di strani animaletti, di un bosco che ha i colori dell'anima e i sospiri di un tramonto. Una fitta brughiera dove l'inesperienza può far inizialmente perdere alcune fanciulle, che si salvano, però, grazie al loro stesso ardimento, come mostrato da Dolce & Gabbana. Dietro una porta, della quale bisogna non solo trovare la chiave, ma anche la serratura, c’è un'altra storia e una nuova passione, per chi avrà voglia di cercarla e l'intelligenza di vestirla. Stesse doti che si spera si possano trovare sulle passerelle milanesi che prendono il via oggi. C’è voglia di osare e trovare una nuova interpretazione del bello, su misura, totale, ma non eterna, ché il ricambio è necessario per non annoiarsi.
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