Milano, parte la fashion week. Per l'inverno cappotti oversize

Milano, parte la fashion week. Per l'inverno cappotti oversize
di Anna Franco
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Mercoledì 17 Settembre 2014, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 17:38
​In un soffio di vento un po’ pi aspro l’autunno alle porte, mentre, grazie all’affascinante jet lag stagionale tipico delle passerelle, sfilano le proposte per la primavera/estate del prossimo anno. Un accavallarsi di belle stagioni che richiama la costante ricerca dell’eterna bellezza, tipica della moda. Una corsa al perfezionismo che persiste e insiste nei tagli, nelle lavorazioni minuziose e artigianali, nella scelta dei materiali, ma che volutamente si sporca un po’ della quotidianità, di qualche lunghezza apparentemente poco calibrata, di una spallina scesa, di qualche capello che sfugge ribelle dall’acconciatura scolpita.



NEL GUARDAROBA

C’è bisogno di sicurezza, di sprofondare in un maglione che si fa abito, di assaporare certezze e ricordi d’infanzia, perché le sfide da affrontare sono tante e non fanno paura, ma affascinano e somigliano al canto delle sirene di Ulisse. Gli abiti del guardaroba dell’autunno/inverno sono sostanzialmente classici e rassicuranti, ma poi si elevano con un guizzo anticonformista, che rende sorprendenti anche gli ordinari ambienti del supermercato o dell’ufficio. Il minimalismo è severo nelle forme, un po’ meno nei materiali, che sfoggiano ricchezze spesso strabilianti.



LE SILHOUETTE

Le silhouette sono pulite, anche quando il tramonto può lasciare il passo a qualche follia da cocktail. I cappotti sono fluidi, assorbono i colori della terra e acquistano il colore e la croccantezza di quei sigari stagionati che erano il dopo pranzo degli uomini d’inizio secolo scorso, come mostrano Max Mara, Salvatore Ferragamo ed Ermanno Scervino. I capospalla diventano così fluidi da trasformarsi in stole simili a coperte, come quelle che si tiravano sugli occhi, da piccoli, per paura della notte. I vestiti della stagione che verrà sono pronti a ogni situazione e latitudine, perché contengono in sé una contraddizione costante e affascinante.



Cosi, ad esempio, sono privi di orpelli, ma costruiscono a sorpresa forme ad anfora. Oppure trasformano la pelliccia in indumenti aderenti, accessori e anche capi sportivi, la rendono aggressiva e famelica e la elevano a feticcio irrinunciabile. Ancora, ampliano forme e volumi, giocano con angoli e regole matematiche e poi trasudano sensualità grazie a un rigoroso completo maschile. Il corpo non è più esibito, ma venerato dalle stoffe, all’apparenza ruvide, scelte per creare una barriera protettiva. Sono tutte le sfaccettature di una donna e i ruoli diversi che ogni giorno vive, portandosi sempre dietro un po’ di quell’interno borghese con “finestra con vista” sul mondo intero esemplificato chiaramente da Tod’s. Il piacere prima di tutto a se stesse permette di muoversi sui tacchi, così come su sicurezze e incertezze, ma anche su sneakers e scarpe basse maschili, per camminare più velocemente e non perdere l'aderenza con la realtà. Se ci si ferma può essere ovunque e gli abiti non devono mai essere fuori luogo. Si può sedere su un divano, sulla sedia d’ufficio, su un letto per vegliare sul sonno di chi si ama o su una panchina ad aspettare.



Le gonne sopra il ginocchio sono ben poche. Uno spacco o un orlo asimmetrico possono raccontare molto di più. Possono persino narrare una fiaba. Quella che racconta di lupi, gufi e di strani animaletti, di un bosco che ha i colori dell'anima e i sospiri di un tramonto. Una fitta brughiera dove l'inesperienza può far inizialmente perdere alcune fanciulle, che si salvano, però, grazie al loro stesso ardimento, come mostrato da Dolce & Gabbana. Dietro una porta, della quale bisogna non solo trovare la chiave, ma anche la serratura, c’è un'altra storia e una nuova passione, per chi avrà voglia di cercarla e l'intelligenza di vestirla. Stesse doti che si spera si possano trovare sulle passerelle milanesi che prendono il via oggi. C’è voglia di osare e trovare una nuova interpretazione del bello, su misura, totale, ma non eterna, ché il ricambio è necessario per non annoiarsi.
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