A spingere verso la soppressione è stata soprattutto la forte bocciatura di Rfi ad ogni deroga al progetto di ammodernamento della stazione e il quadro drammatico per la viabilità del porto, tracciato dal direttore regionale di Rfi Stefano Morellina, che deriverebbe dai nuovi passaggi ai livello: 4 ore al giorno di blocco della viabilità, senza contare il rischio di guasti o danneggiamenti ai tir in coda. E per questo Ap e Comune hanno ribadito la loro netta contrarietà al mantenimento della stazione. Non ha fatto breccia dunque il pressing del fronte trasversale a favore della marittima, rappresentato ieri mattina da M5S, La Tua Ancona e Fi, e dai consiglieri di maggioranza Giancarli e Rapa, con l'aiuto della relazione dell'ex dirigente Rfi Claudio Ciarmatori, che si sono richiamati al diritto alla mobilità dei pendolari e passeggeri. «Ognuno ha confermato le posizioni che conoscevamo, perciò la decisione della giunta è ottima ed è suffragata dal dibattito» ha dichiarato Sciapichetti, in conclusione della seduta. «Ci siamo posti il problema dei pendolari, la sostituzione del treno con i filobus, proposta dal Comune, sopperisce alle difficoltà. La situazione del trasporto è drammatica, dobbiamo anche tenere conto dei costi: quella tratta ferroviaria costa alla Regione 820 mila euro all'anno. Oggi dobbiamo tenere conto anche del punto di vista economico» ha spiegato l'assessore.
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