«Quando ho fatto la domanda ho messo in conto che avrei accettato. Ho fatto tanti sacrifici e non posso rinunciare», racconta dopo una nottata insonne per la delusione e la rabbia. «Avevo indicato come prima scelta ovviamente Pesaro e poi scelto destinazioni in base alla comodità del viaggio, anche costa adriatica e sedi più a Nord. Speravo in Massa Carrara o anche Frosinone, ma in Sicilia non me l'aspettavo proprio. È stata una batosta».
La professoressa Scarano insegna musica, clarinetto, da 4 anni nel liceo musicale di Ancona (lo stesso dove farà la supplenza annuale). E dunque pendolare per lavoro lo è già. «Ma un conto - dice - sono 85 km, in auto o in treno. Altra cosa è spostarsi in Sicilia». Niente figli (maternità rinviata anche per la precarietà del lavoro) ha un compagno con un lavoro fisso a Pesaro senza possibilità di trasferimento.
«In Sicilia dovrò cercare un alloggio e ogni volta tornare a Pesaro sarà un costo non da poco. Chissà poi dove sarà la scuola media a me destinata, in centro, in periferia, facile o difficile da raggiungere?». Dubbi che saranno sciolti solo tra qualche giorno. Ma non è questo il solo disagio. «Io sono musicista, primo clarinetto nell'orchestra sinfonica Rossini di Pesaro e - si sfoga Vanessa - rischio di perdere tutto, di dover rinunciare a una fetta importante della mia vita, e fondamentale pure per l'insegnamento, per coinvolgere i miei alunni».
In futuro potrà sempre giocare la carta della richiesta di trasferimento, ma con scarse possibilità di successo. «Per l'insegnamento della musica nelle Marche - spiega - ci sono poche scuole e pochi posti liberi». Ma ad avvicinarsi ci potrà sempre provare. Magari Lazio, Abruzzo. Una sottrazione di chilometri che la aiuterebbe a conciliare lavoro e famiglia.
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