Pesaro, i mobilifici erano "cartiere"
Fatture false per 20 milioni di euro
Maxisequestro a due imprenditori

Pesaro, i mobilifici erano "cartiere" Fatture false per 20 milioni di euro Maxisequestro a due imprenditori
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Mercoledì 26 Novembre 2014, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 08:54
PESARO - In teoria erano industrie del legno, nella realtà erano vere e proprie “cartiere”. La Guardia di Finanza ha squarciato il velo su un vastissimo giro di false fatturazioni che ha coinvolto imprenditori del legno della provincia di Pesaro e Urbino ma con ramificazioni in tutta Italia.



L’indagine trae origine da due verifiche fiscali eseguite dai militari della Compagnia di Urbino nei confronti di altrettante imprese con sede in Auditore (Pu) operanti nel settore della lavorazione del legno finalizzata alla produzione di semilavorati e imballaggi. L’attività ispettiva ha permesso di accertare che le stesse svolgevano, di fatto, attività prevalentemente di “cartiere”, ovvero dedite all’emissione di fatture per operazioni commerciali mai avvenute. I numerosi accertamenti patrimoniali, indagini bancarie e controlli incrociati, che hanno disvelato non solo la falsità della maggior parte delle transazioni commerciali, ma anche le disponibilità economiche dei due indagati pesaresi. In particolare, gli sviluppi investigativi, diretti dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Urbino dott.ssa Irene Lilliu, hanno permesso di individuare un’articolata e complessa “frode fiscale” che ha visto il coinvolgimento dei rappresentanti legali delle due società di Auditore (PU), Roberto Albertini di 47 anni e Ulisse Arcangeli Ulisse, i quali, attraverso le rispettive aziende costituite ad hoc, hanno simulato operazioni di compravendita di prodotti derivati del legno (bancali, componenti in legno per l’arredamento navale) emettendo fatture fittizie per un importo totale di oltre 20 milioni di euro nei confronti di 48 imprese operanti nel settore della cantieristica navale, meccanica, elettronica, arredamento ed imballaggi, con sede nelle province di Pesaro, Vercelli, Treviso, Ancona, Rimini, Ragusa, Pistoia e Teramo. Queste ultime hanno così potuto abbattere fraudolentemente il loro reddito imponibile. le evidenze investigative hanno portato al sequestro preventivo dei beni intestati ai due imprenditori per un valore complessivo di circa 300mila euro: due auto, di cui una di lusso, 4 case, tra cui una villa, quote di tre società e conti correnti.
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