Dev'essere stato atroce, per l'anziano assistito, non potersi muovere dal letto dove si trova costretto a causa dell'infermità. Il suo "angelo" non rispondeva più. Alina Dydyk - questo il nome della donna - si è accasciata nel balcone di casa e l'uomo a cui prestava assistenza, un novantatreenne, non ha potuto fare nulla per soccorrerla
A dare l'allarme sarebbero stati dei passanti che hanno chiamato il 118 e gli operatori sanitari a loro volta hanno chiesto l'intervento dei carabinieri. Il medico che ha esaminato il corpo, ha diagnosticato un decesso per arresto cardiocircolatorio. Trovata anche una leggera lesione alla testa, provocata probabilmente dalla caduta. Il pm Irene Bilotta ha già disposto la restituzione della salma alla famiglia. I parenti dell'anziano, chiaramente choccati dall'accaduto, stanno ora cercando di mettersi in contatto con i familiari della donna. I quali forse decideranno di traslare la salma in Ucraina per darle sepoltura nel suo Paese natale. Alina, brava, operosa e sempre gentile con tutti, era già mamma e lascia una figlia di quattro anni. Chi la conosceva la descrive come una ragazza sempre cortese, attiva e molto affezionata al nonnino presso cui lavorava. "In un primo momento, dopo aver sentito quel gran tonfo sordo - dicono i vicini - non avevamo compreso cosa fosse successo. Pensavamo fosse caduto un mobile o qualcosa del genere. Poi abbiamo visto l'ambulanza e i carabinieri. E abbiamo pensato che fosse morto l'anziano. Poi, quando ci hanno detto che invece era morta Alina, così, improvvisamente, non volevamo crederci. Poverina, così giovane... è davvero assurda la vita".
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