Ancona, l'inchiesta sulla Regione Marche non è ancora chiusa: i politici alle elezioni da indagati

Il Consiglio regionale (foto Marinelli)
di Letizia Larici
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 20:50 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 12:06
ANCONA - Ci sono due new entry nell’abito dell’inchiesta sulle presunte spese folli dei gruppi consiliari in Regione. Sono Massimo Di Furia, segretario del gruppo consiliare Ncd e Giuseppe Pieroni, ex segreteria del consigliere Raffaele Bucciarelli.



Il pm Giovanna Lebboroni ha acceso un faro anche sulla loro posizione. Ma solo per quanto riguarda il filone di indagine che si riferisce all’anno 2010, per cui il Pm ha chiesto al gip una proroga delle indagini di altri 6 mesi. La Procura di Ancona ha dunque bisogno di altro tempo prima di chiudere il cerchio sull’inchiesta terremoto che si è abbattuta su via Gentile da Fabriano.



Al magistrato servono altri sei mesi, che si esauriranno a fine marzo proprio nel pieno delle elezioni, per controllare a fondo l’anno 2010.Il Consiglio è fiducioso nella magistratura, ma non risparmia qualche bordata. «E’assurdo, questa vicenda andava chiusa prima – afferma il presidente dell’Assemblea legislativa Vittoriano Solazzi, che non rientra nel novero degli indagati – rimango convinto che la Regione Marche, tra le più virtuose d’Italia, non abbia nulla a che vedere con gli scandali scoppiati in altre regioni. Sono tranquillo per i colleghi, convinto che si siano tutti comportati correttamente. Ma è chiaro che l’inchiesta sotto elezioni rappresenta una spada di Damocle. In un periodo di diffidenza da parte dei cittadini nei confronti della classe politica, fare campagna elettorale in costanza con un’iscrizione nel registro degli indagati crea difficoltà».



I militari della Guardia di Finanza da mesi stanno studiando montagne di documenti che riguardano rimborsi-spesa di ogni genere. Spese prettamente personali che dal 2008 al 2012, secondo gli inquirenti, sarebbero state foraggiate con soldi pubblici. Da qui il reato contestato: concorso in peculato. Esclusi dalle accuse per le spese dell’anno 2010 quattro nomi: Luca Marconi (Udc), Antonio Canzian (assessore all’edilizia Pd), Fabio Pagnotta (funzionario Udc) e Claudio Olmeda (segreteria Idv). Questi sono però indagati nel troncone del 2012, insieme ad altri 43. Su tutti il governatore Gian Mario Spacca, Fabio Badiali (Pd), Gianluca Busilacchi (Pd), Francesco Comi (Pd), Enzo Giancarli (Pd), Sara Giannini (assessore alle attività produttive Pd), Marco Luchetti (assessore al lavoro Pd), Almerino Mezzolani (assessore alla sanità Pd), Rosalba Ortenzi (Pd), Paolo Perazzoli (Pd), Paolo Petrini (Pd), Mirco Ricci (Pd), Angelo Sciapichetti (Pd), Gino Traversini (Pd), Francesco Massi Gentiloni Silveri (Ncd), Francesco Acquaroli (Centro Destra Marche), Giacomo Bugaro (Ncd), Mirco Carloni (Ncd), Graziella Ciriaci (Fi), Giancarlo D’Anna (Misto), Elisabetta Foschi (Fi), Giulio Natali (Cdm), Umberto Trenta (Fi), Giovanni Zinni (Fdi), Raffaele Bucciarelli (Federazione della sinistra), Daniele Silvetti (Ncd), Franca Romagnoli (Cdm), Erminio Marinelli (Per le Marche), Enzo Marangoni (Fi), Roberto Zaffini (Lega Nord), Moreno Pieroni (Socialisti), Massimo Binci (Sel), Maura Malaspina (assessore all’ambiente Udc), Valeriano Camela (Udc), Dino Latini (Marche per l’Italia), Paolo Eusebi (Idv), Sandro Donati (Scelta Civica), Paola Giorgi (Cd), Luca Acacia Scarpetti (Idv), Adriano Cardogna (Verdi). Con loro anche dipendenti regionali: Oscar Roberto Ricci, Andrea Filippini, Giuseppe Canducci.