Il ciclone Fiorello su Facebook: «Pesaro, sto arrivando»

Il ciclone Fiorello su Facebook: «Pesaro, sto arrivando»
di Elisabetta Marsigli
2 Minuti di Lettura
Martedì 6 Ottobre 2015, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 12:08
PESARO - Pesaro trema: il ciclone Fiorello sta per arrivare in città! Anche dai social network l’artista lancia già la sua sfida che lo vedrà protagonista il 7 e 8 ottobre al Teatro Rossini e a fine mese ad Ancona (dal 29 al 31 ottobre al Teatro delle Muse). Una tournèe volutamente teatrale e fortemente voluta da Fiorello che per primo ha espresso il desiderio di venire proprio a Pesaro, come ci confida il suo regista e amico Giampiero Solari: «Proprio lui mi ha chiesto di venire a Pesaro e, grazie alla sensibilità del sindaco Matteo Ricci e dell'assessore alla Cultura Daniele Vimini, siamo riusciti a trovare immediatamente la disponibilità del Rossini. Gli stessi amministratori pensavano avessimo bisogno dell'Arena, ma la scelta del teatro è ben motivata e precisa da parte di Rosario e mia. Il teatro è intimità e protezione: è molto bella e potente l'energia che si sprigiona, un contatto umano molto più ravvicinato».

La data di Pesaro è legata ad una serie di coincidenze: mentre Fiorello sarà a Pesaro, Solari è a Novara che, guarda caso è la città da dove è partito l'anno scorso "L'ora del Rosario". Ma l'altra cosa curiosa è che a Novara Solari sta seguendo la regia del Viaggio a Reims di Rossini: «Chissà chi è più Rossini - commenta Solari divertito - se Fiorello a Pesaro o Rossini qui a Novara». Il sodalizio artistico Solari-Fiorello è ormai entrato nella tradizione: «Una fusione artistica iniziata nel 2000 che si è fatta sempre più profonda, direi empatica». Nata quando la preparazione degli spettacoli tv partiva dal teatro (due volte al Comunale di Cagli ed una al Bramante di Urbania). «Un metodo che ci siamo creati insieme: per me è sempre fondamentale partire dal teatro. Questa volta però non stiamo preparando nessun evento televisivo, c'è solo la voglia, da parte di Rosario, di avere un contatto diretto con il pubblico. La caratteristica principale di Rosario è la ricerca della verità nelle storie che racconta. Non fa satira, ma alla fine, il suo modo di trattare il costume della società con ironia e umorismo, è a volte molto più graffiante della satira stessa. Ha una mente aperta, molto libera, non ha freni: questo lo rende davvero unico». Un personaggio difficile da "contenere"? «No. Fiorello ha, come qualità innata, una sorta di rispetto religioso per lo spettacolo: di conseguenza il nostro metodo di lavoro, insieme agli altri autori Bozzi, Fois, Guerrera, Montebelli e Taddia, è come la composizione di un concerto jazz: ci sono dei temi da cui, in scena, si trae spunto per le improvvisazioni che poi Rosario riporta al filo rosso del discorso. Ogni spettacolo poi è diverso perché Fiorello assorbe anche storie e aneddoti delle città che tocchiamo, rendendolo un evento originale ogni sera».







© RIPRODUZIONE RISERVATA