Ancona, inchiesta Banca Marche
Ercoli, Bianchi e Darini si difendono

Banca Marche
di Nicola Paciarelli
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Sabato 26 Luglio 2014, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 12:07
ANCONA - Respingono ogni addebito i componenti del vecchio Cda di Banca Marche, indagati dalla Procura di Ancona all'interno dell'indagine per il maxi buco dell'istituto di credito e oggetto da parte della Consob di una contestazione riguardante l'aumento di capitale.



Il presidente Cciaa Macerata

A partire da Giuliano Bianchi, recentemente confermato presidente della Camera di Commercio di Macerata: «A me non è arrivato nessun avviso di garanzia. Tre giorni fa ho ricevuto dalla Consob una contestazione, che prevede una multa variabile tra i 5mila e i 500mila euro, perché nel prospetto con cui è stato predisposto nel 2012 l'aumento di capitate di Bm manca una comunicazione. Ad oggi non ho ricevuto altro. Quanto alla mia attività in Cciaa mi auguro che non subisca contraccolpi, ma sinceramente non vedo come potrebbe risentirne. Parlerò con i miei sostenitori in Consiglio e in Giunta, ma sono tranquillo».



L'imprenditore civitanovese

L'imprenditore Germano Ercoli, titolare di Eurosuole e Golden Plast, spiega: «Anche oggi non è arrivato nulla, ma io sono più che tranquillo e ho la coscienza a postissimo. Nel Cda di Banca Marche mi sono sempre comportato come faccio con le mie aziende, ovvero al meglio delle mie capacità imprenditoriali. Tra l'altro in banca ci sono gli organismi deputati al controllo e uno come me che partecipava a uno o due Cda al mese doveva fidarsi per forza di tutti organismi che facevano quello per lavoro». Ercoli, poi, alza la voce: «Io non ho mai raccomandato nessuno, né chiesto favori: mi possono rivoltare come vogliono, ma non verrà fuori nulla perché non c'è nulla che deve venir fuori. Anzi, alla fine di tutta questa storia mi rivarrò per il danno di immagine, per la perdita di tempo e di soldi che sto spendendo per dovermi difendere da accuse infamanti. Ci sarà qualcuno che dovrà pagare».



L'industriale jesino

Respinge ogni accusa anche l'imprenditore jesino Walter Darini che dice: «Non ho ricevuto niente. Credo di essere la persona più onesta di questo mondo e chi mi conosce sa che non ho mai fatto cose da non fare, anzi, ho sempre fatto il diavolo a quattro quando ho scoperto cose strane all'interno di Banca Marche. Non dimentichiamo che sono il primo azionista e l'unico a perdere in questa vicenda sono io. Se mi vogliono far pagare perché mi sono trovato in Banca Marche al momento sbagliato visto che ero nel Cda facciano pure, ma non possono addebitarmi nulla per il mio operato, sempre ineccepibile. Ho la coscienza tranquillissima».