Marche, le ville dei boss mafiosi trasformate in centri di accoglienza

Enrico Nicoletti in una vecchia foto nel '96
di Alessandra Bruno
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Sabato 20 Settembre 2014, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 13:13
MACERATA - Le villette dei boss della Magliana e della 'ndrangheta producono i frutti della libert. Due, dei 24 beni confiscati alla criminalit organizzata nelle Marche, sono stati riconvertiti ad un uso sociale, come prevede la legge.



Il Podere Tufi a Cupramontana, in provincia di Ancona, e La fattoria della legalità a Isola del Piano, in provincia di Pesaro Urbino, sono diventati il simbolo della lotta alle mafie. A raccontare il percorso di riqualificazione delle proprietà, i protagonisti diretti. «Il Podere Tufi - riferisce il sindaco di Cupramontana, Luigi Cerioni - comprende una casa e un terreno di campagna di 5 ettari. E' stato confiscato al boss della Magliana, Enrico Nicoletti (considerato il tesoriere della banda, ndr) circa vent'anni fa, ed è stato il primo bene sequestrato nella nostra Regione. Già dall'anno scorso abbiamo terminato i lavori di restauro e siamo partiti con il progetto del centro di recupero dedicato a persone affette da disturbi psichici. La comunità è gestita dalla cooperativa sociale Vivicare, mentre il terreno è coltivato dalla coop Pane e Tulipani, che si dedica anche al commercio equo e solidale. La struttura ospita 10 posti letto e ne abbiamo occupati 9 al momento».



Stesso scopo sociale, ma iter più lungo, per l'ex complesso residenziale del boss calabrese Ruggero Cantoni, come sottolinea il primo cittadino di Isola del Piano, Giuseppe Paolini: «Tutto è partito dall'operazione Sciacallo condotta nel 2002 dal Pm Luca Masini. Le indagini hanno portato alla cattura del boss Cantoni, che operava nel clan criminale calabrese in numerose zone tra Erba e Lecco. Tra le sue proprietà risultavano un'abitazione, una casa colonica e un terreno a Isola del Piano e 24 ettari di terreno e un ristorante nel vicino Comune di Montefelcino. Quest'ultimo ha messo i beni all'asta, mentre a noi l'immobile è stato assegnato nel 2006. Dopo alcune vicissitudini, siamo ripartiti con il progetto di riqualificazione sociale nel gennaio 2011. Il nome scelto è “La fattoria della legalità”, l'obiettivo è quello di creare una fattoria didattica, (che di fatto è già attiva) con coltivazioni bio regionali e un agriturismo con ristorazione gestita da una coop, un progetto più a lungo termine». E chiude: «Cerchiamo la collaborazione di alcune aziende leader nel territorio».