Ancona, governatore Regione Marche, spunta il nome di Camilla Fabbri: «Grazie per l'interesse
ma prima pensiamo all'unità del Pd»

Camilla Fabbri
di Agnese Carnevali
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Venerdì 29 Agosto 2014, 17:46 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 12:29
ANCONA - tra le new entry nella corsa a Palazzo Raffaello. Ritiene controproducente soffermarsi sui nomi in vista delle Regionali. Prima un programma e un disegno di Regione futura». Ripete anche lei il mantra del Pd degli ultimi mesi. Un Pd a cui chiede «di più da un punto di vista di prospettive».



La senatrice pesarese Camilla Fabbri, non conferma, ma il suo nome per la presidenza della Regione si affaccia con insistenza sulla scena politica che si riaccende dopo la pausa estiva, aspettando l’incontro di domenica alla Festa democratica di Pesaro tra il segretario dei Democratici Francesco Comi e la federazione pesarese del Pd, l’avversaria più agguerrita del leader regionale dopo il congresso di febbraio.



Potrebbe essere proprio quella della senatrice la figura che faciliterebbe la strada della pacificazione, non senza qualche frattura interna proprio al gruppo dirigente pesarese. Vero è che Fabbri ha sostenuto la candidatura dell’ex sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, poi giudicato incandidabile, alle Primarie congressuali, ma il suo profilo politico e professionale potrebbe far convergere il Pd.



Senatrice, componente della commissione Industria, commercio e turismo, per anni alla guida della Cna di Pesaro, è profonda conoscitrice del tessuto produttivo ed economico, il cui rilancio è uno degli aspetti più importanti per la regione nei prossimi 5 anni.



Senatrice Fabbri, dà la sua disponibilità per la guida della Regione?

«Certo mi fa piacere sapere che qualcuno pensi a me, anche per la ricostruzione fatta del mio profilo. Ma il fatto che sia spuntato il mio nome non cambia la mia opinione in merito a ciò che il Pd deve fare da ora alle elezioni del 2015».



E qual è?

«Prima di parlare di nomi il Pd deve affrontare un percorso che lo riporti all’unità. Quella creatasi all’ultimo congresso è una delle fratture più profonde che il partito delle Marche abbia vissuto. Uno strappo che va ricucito in vista delle Regionali. In questo quadro, lanciarsi sulla scelta dei nomi renderebbe più accidentato il percorso. Sarebbe solo controproducente. Un punto fermo però c’è».



Sarebbe?

«Il Pd deve essere alla guida delle Marche e all’interno del Pd ci sono tutte le risorse e le personalità in grado di assolvere al compito, ma prima di pensare ad eventuali candidati è indispensabile rafforzare l’unità del partito e avere chiaro un programma di governo».



Unità e programma prima, poi scelta del candidato, è la road map tracciata da Comi.

«Vero, ma ritengo che si debba fare uno sforzo ulteriore, sia in un senso sia nell’altro. Da un lato ancora non è ben chiara la visione che il Pd ha delle Marche del futuro, la prospettiva che si intende dare a questa regione. Dall’altro ancora non si è chiusa la difficile stagione del congresso».



Però sembra ci sia maggiore disponibilità al dialogo.

«Sì e l’appuntamento di domenica è un primo passo. Il dibattito è atteso e non mancherò neppure io a Pesaro. Le sfide future sono tali e tante che l’obiettivo di tutti è uno solo: un gruppo coeso che porti a termine un progetto».



Lei che Marche ha in mente?

«Le priorità sono occupazione e rilancio dell’economia. La situazione in regione è oggettivamente complicata. C’è la disoccupazione giovanile ai massimi storici, e non solo quella giovanile. Abbiamo il problema della cassa integrazione da rifinanziare e dobbiamo far ripartire l’impresa perché si crei lavoro. Poi anche a livello regionale c’è la partita delle riforme».



Potrebbe essere lei a guidare questo processo?

«Per il momento sono concentrata sul mio impegno in Senato. Rivendico, questo sì, il mio piccolo pezzo di lavoro fatto per riformare, da senatrice, il Senato da dentro e ristrutturare il Paese».