Il Maroso ospitava la squadra anconetana del San Silvestro. Quel cazzotto gli ha fratturato la mandibola con lo spostamento dell’arcata dentaria e dopo gli esiti della Tac è stato ricoverato nel reparto di chirurgia maxillofacciale di Torrette per essere operato. È stato lo stesso ragazzo, dal letto dell'ospedale, a postare poi una lettera-appello sul sito Uisp. La situazione degenera verso la fine della partita quando, a 5 minuti dal fischio dell’arbitro le squadre finiscono in parità (1-1) con un gol della Maroso Mondolfo. A quel punto si parla di «calci, calcetti, calci duri». «Tutti coloro che hanno giocato sanno che queste cose fanno parte di questo mondo» aggiunge Moschini mettendo in evidenza che poi è successo qualcosa che «va ben al di là del calcio». Sul finire della partita un compagno di squadra resta a terra. Moschini si avvicina per sincerarsi delle sue condizioni. E’ allora che si scatena la rabbia di un giocatore del San Silvestro che a gioco fermo si avvicina a Moschini e gli tira un pugno «senza neanche venire poi espulso dall'arbitro». «Mi accorgo - spiega - con la coda dell'occhio che il terzino del San Silvestro mi stava fissando e veniva verso di me. Mi sono sentito a disagio nel continuare a dargli le spalle e mi sono girato e pochi secondi dopo mi sono ritrovato con la bocca sanguinante a correre verso l'arbitro per chiedergli di prendere provvedimenti ed espellere il giocatore». E prosegue: «Il calcio è un gioco e tale deve rimanere, non dovrebbe più succedere che una persona esce di casa per andare a giocare e si ritrova in ospedale aspettando un'operazione chirurgica. Questo non è calcio, e anche se è successo durante una partita mi sento di dire che l'accaduto non c'entra assolutamente niente col calcio. È stato un gesto gratuito, assolutamente voluto e cercato con il solo scopo di colpire per fare male». «Forza Marco, hai tutto il nostro sostegno, siamo al tuo fianco», ha dichiarato il dirigente Alessio Bagnati che ha aggiunto: «L'allenatore del San Silvestro si è fatto sentire e si è scusato con Marco a nome della squadra».
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