sono stati “avvisati” del blitz disposto dalla Procura
di Ancona per l'alba del 9 aprile scorso. sono stati “avvisati” del blitz disposto dalla Procura di Ancona per l'alba del 9 aprile scorso. Un blitz che faceva della segretezza la sua forza. E che un «pizzino» ha svelato almeno a uno dei 27 indagati verso i quali erano state disposte le perquisizioni di auto, casa e ufficio.
La notizia emerge solo oggi, a distanza di cinque mesi. La vicenda, che rivela la presenza di un'inquietante rete che usa i mezzi della generazione 2.0, è oggetto di indagine. Un fascicolo è stato aperto per violazione di segreto d'ufficio e la Finanza sta svolgendo accertamenti. Diversi indagati, immediatamente dopo il fatto, sono stati ascoltati dalla procuratrice Elisabetta Melotti. L'obiettivo è scoprire come un atto super segreto sia finito in un «pizzino» recapitato, pare in forma elettronica, almeno a un indagato. Si parla di un imprenditore, pare un costruttore.
E-mail sospetta. Si cerca l'autore della e-mail anonima inviata, il giorno prima della perquisizione, alla casella di posta elettronica dell'imprenditore che, una settimana dopo il fatto, è andato in Procura con il suo avvocato a riferire ai magistrati del «pizzino» e della sua buonafede. In Procura già sapevano della fuga di notizie e stavano indagando. Si parla, infatti, anche di una telefonata anonima che avrebbe avvisato un altro indagato del blitz.
L'inchiesta. Mazzette e regali. Questo cercava la Finanza durante le 27 perquisizioni del 9 aprile. E a qualche indagato eccellente è stato chiesto apertamente se dietro i crediti «facili e senza garanzie» c'erano stati pagamenti in denaro o doni. Nei Pc, tra gli appunti nelle agende, nei documenti di acquisto, nei cellulare e notebook gli uomini del Nucleo di Polizia tributaria hanno cercato indizi per provare il filone madre dell'inchiesta su Banca Marche: un'associazione per delinquere «allo scopo di commettere appropriazioni indebite aggravate ai danni di Bdm e Medioleasing; corruzione tra privati, falsi in bilancio e nelle comunicazioni sociali ed ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza». Con la proroga delle indagini gli indagati sono saliti a 37. l'inchiesta madre è ancora in pieno svolgimento.
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