«Sappiamo che sei buono, stai tranquillo!», gli ha gridato una zia nel cortile del Palazzo di giustizia, dove ad attendere il furgone della polizia penitenziaria era presente anche il padre del ragazzo. Il difensore, l'avv. Luca Bartolini, ha chiesto la scarcerazione di Antonio, detenuto a Camerino, o in subordine gli arresti domiciliari. Al ragazzo, accusato di omicidio volontario aggravato, tentato omicidio e porto abusivo d'arma, vengono attribuiti i pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove, ma il difensore sostiene che tutti gli elementi di indagine sono già in mano alla procura.
La motivazione del delitto inoltre (l'opposizione di Roberta Pierini e del marito Fabio Giacconi alla relazione della figlia con Tagliata) è «estremamente specifica e circoscritta», dunque non c'è alcun rischio che il diciottenne torni ad uccidere.
Il pm Andrea Laurino ha chiesto la conferma della custodia in carcere. L'udienza è durata mezz'ora, e il Riesame, presieduto da Alberto Pallucchini, si è riservato la decisione.
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