Muore don Elio Persechino
storico parroco di Minturno

Don Elio Persechino
di Sandro Gionti
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Lunedì 6 Luglio 2015, 20:30 - Ultimo aggiornamento: 22:17
MINTURNO - E’ morto stamane, all’età di 74 anni, presso il Policlinico Gemelli di Roma, dove si trovava da tempo ricoverato, don Elio Persechino, storico parroco della Cattedrale di San Pietro Apostolo di Minturno.



Dal 1968 al 1974 era stato segretario particolare dell’arcivescovo della diocesi di Gaeta, Lorenzo Gargiulo e dal 1985 al 2007 aveva presieduto l’Istituto Diocesano per il sostentamento del clero di Gaeta. Per 36 anni ha insegnato Religione al Liceo Scientifico di Marina di Minturno.



I funerali si celebreranno giovedì 9 luglio alle 10,30 nella chiesa di San Pietro Apostolo, dove sarà allestita la camera ardente.



E in una nota la Curia così lo ricorda:



don Elio Persechino, si è spento nella notte tra il 5 e il 6 luglio, presso il Policlinico Gemelli – Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma per un male incurabile.



Nato a Scauri in tempi di guerra e di privazioni il 6 aprile 1941, ordinato sacerdote, ventottenne, il 19 marzo 1969 nella Chiesa di San Biagio V.M. di Marina di Minturno; sino al 1974 scelto come suo segretario particolare da S.E. Mons. Lorenzo Gargiulo, che lo aveva ordinato presbitero.



Don Elio ha conservato sino all’ultimo giorno, nel suo cuore, un ricordo struggente del “suo” Vescovo al quale era legatissimo; non si è mai privato al dito anulare destro dell’anello pastorale che l’Arcivescovo gli aveva donato come suo ricordo.



Prima dell’ordinazione aveva frequentato il Ginnasio presso il Seminario Vescovile di Nola e aveva continuato gli studi e approfondito la sua formazione culturale presso il Liceo Classico del Seminario Regionale dei Gesuiti di Anagni.



Quindi aveva affrontato la parte più impegnativa della sua formazione frequentando la Facoltà di Teologia presso la Pontificia Università Lateranense.



Non ha mai ostentato la sua cultura e formazione teologica eppure è stato, prima degli studi universitari, allievo dei gesuiti, particolarmente esigenti con i loro allievi.



Dal 1° marzo 1974 al 28 febbraio 1987 è parroco di San Bartolomeo Apostolo e Sant’Antonio da Padova in Selvacava di Ausonia, lì desta la comunità locale da un letargo secolare ed è amato da tutti per il suo impegno.



Il 1° marzo 1987 l’Arcivescovo Mons. Vincenzo Maria Farano riconosce le sue capacità nominandolo parroco in San Pietro Apostolo in Minturno.



E inizia così una fase molto intensa e ricca di risultati da ogni punto di vista, per verità storica è un ambiente non facile quello traettese, una comunità influenzata nel tempo dalle rivalità religiose tra i parroci locali e i frati francescani del Convento; lui però sa mediare e ricompone il clima.



Il confronto con i suoi concittadini e parrocchiani vive la fusione tra religioso e umano, rendendo realmente fruttuoso il rapporto tra il parroco e i suoi fedeli.



Integra l’amministrazione pubblica divenendo promotore di iniziative sociali e culturali, anche grazie all’entusiasmo dei giovani della sua parrocchia che non l’abbandoneranno mai.