Poi l’appello: partecipate con i vostri figli e amici, perché crescano con l’esempio di genitori capaci di indignarsi, consapevoli che la città è di tutti, soprattutto di quelli che un domani la erediteranno. La veglia si terrà domani dalle 21 alle 22 in via Quarto, a pochi passi dalla scuola dove è stato aperto il cantiere.
Tornano in mente quelle epigrafi e quei fiori, quella cerimonia funebre curiosa di nove anni fa. Era luglio 2005. Non ci furono lacrime ma rabbia per quell’esemplare che aveva più di 70 anni, che aveva visto un po’ di storia della città, che era in perfetta salute, potente e vigoroso, ma era stato abbattuto per lasciar posto a un cantiere edile a due passi dal centro.
Era anche allora un esemplare di eucaliptus, il più grande della città, con una circonferenza di quasi cinque metri, di quelli impiegati nella bonifica per contribuire al prosciugamento dei terreni e per proteggere dal vento. Svettava in via Emanuele Filiberto, all’angolo che affaccia sulle autolinee. L’orazione funebre la recitò Antonio Pennacchi, scrittore pontino vestito a lutto. Quella provocatoria elegia non voleva proteggere la natura a costo di sacrificare le necessità, ma salvaguardarla dagli inutili sprechi del progresso.
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