A riferirlo nel suo primo interrogatorio è lo stesso ex magistrato, il quale racconta come grazie all’intercessione del commercialista Massimo Gatto era entrato in contatto con l’istituto di credito e aveva concordato la segretezza di quei passaggi di denaro.
I soldi in contanti che erano frutto dell’accordo con la “cricca” ma anche dei tanti regali che il giudice riceveva in occasione delle feste che organizzava.
In cambio del conto “cifrato”, la Banca avrebbe avuto nuove procedure fallimentari da gestire.
Intanto spuntano dagli atti anche l’aiuto che Lollo dava al finanziere Franco Pellecchia nel redigere le informative, in cambio degli accessi al sistema informatico.
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