Provincia di Frosinone,
tra tagli ed esuberi: tempi duri
per il presidente Pompeo

La provincia di Frosinone
di DENISE COMPAGNONE
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Martedì 16 Dicembre 2014, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 13:04
Come farà Antonio Pompeo a gestire la Provincia con il 63% dei fondi in meno rispetto al 2010, in termini di trasferimenti statali ed entrate tributarie? Più volte il neo presidente ha affermato di non voler ricoprire il ruolo di “commissario liquidatore” ma se non è così, ben poco ci manca, visto che la Provincia di Frosinone è la quinta, in Italia, in una classifica stilata ieri dal Sole 24 Ore, per tagli di risorse già effettuati. Parliamo di 32,8 milioni di euro in meno, 66 euro per abitante. E non finisce certo qui: ai quasi 33 milioni in questione si aggiungono i 10,5 che riguardano la spesa per il personale eccedente, ovvero i 288 dipendenti a tempo indeterminato (la novità riguarda solo loro) che dovranno essere trasferiti in Regione, o nei comuni, “seguendo” quelle funzioni che la Provincia non si troverà più a gestire. È una quota consistente di personale, la più alta nel Lazio, Roma esclusa. Si tratta di un dimezzamento della spesa per il personale imposto dal Governo per le Province divenute enti di II livello. Il problema è che le due direttrici non procedono di pari passo: l’Osservatorio istituito dalla Regione per decidere il da farsi sulle deleghe tolte alla Provincia (che al momento si occupa solo di Ambiente, Viabilità, Scuola e Trasporti) deve ancora esprimersi, ma si sa già, appunto, che la spesa per il personale da tagliare del 50%. E se la Regione decidesse di lasciare alla Provincia tutte le deleghe? Un bel pasticcio. Ma le grane per Pompeo, Presidente Pd, non finiscono qui, visto che, politicamente parlando, è continuamente attaccato dalla parte del suo partito che fa riferimento a De Angelis, che alle Provinciali l’ha sfidato sostenendo Enrico Pittiglio. L’ultimo attacco gli è arrivato dal segretario provinciale Simone Costanzo. Ieri la replica di Stefania Martini, consigliere comunale del capoluogo. “I continui attacchi di Costanzo la dicono lunga sulla sostanza e l’efficacia dell’attuale guida del Pd in provincia. Senza mai avere una struttura propositiva, le sue critiche si limitano solo a gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica. Inoltre è sbagliato, deontologicamente, che il segretario del Pd attacchi un Presidente del suo partito. Sembra come se Costanzo ancora sia sotto gli effetti della campagna elettorale e si prepari a vivere la nuova stagione congressuale all’insegna della contrapposizione. Questo dimostra come sia poco adatto a ricoprire il ruolo per cui intende candidarsi”. La prima direzione provinciale del Pd, in tal senso, è convocata per venerdì ma il congresso è lontano. Eppure, nonostante gli appelli al dialogo (ieri l’ultimo da parte del presidente Sara Battisti), la stagione dei veleni è già ricominciata. Anzi, forse non è mai finita.