Frosinone, tutti medici obiettori: niente interruzioni di gravidanza in provincia

L'ospedale Spaziani di Frosinone
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Giovedì 27 Novembre 2014, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 16:51
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Denise Compagnone



Le interruzioni volontarie di gravidanza? Non in provincia di Frosinone. Troppi medici obiettori di coscienza in servizio nei poli ospedalieri di Frosinone, Sora, Cassino ed Alatri. E quindi da mesi ormai le donne della provincia costrette ad interrompere la gravidanza, sono obbligate a prendere armi e bagagli e rivolgersi nelle strutture romane, se non addirittura della Campania. Il punto è che allo Spaziani l’interruzione di gravidanza, sia farmacologica che chirurgica, era garantita fino a qualche mese fa dall’operatività di un solo medico, proveniente dal Santa Scolastica di Cassino. Due volte a settimana il ginecologo arrivava a Frosinone per effettuare due interruzioni con Ru486 (terapia farmacologica) e quattro con intervento chirurgico: sei ivg in tutto. Sempre troppo poche rispetto alla domanda complessiva, ma comunque, se non altro, il servizio era garantito, pur rimanendo però strettamente legato all’operatività del professionista. Della serie: se il medico manca il servizio non c’è. E infatti è accaduto che, andato in malattia il medico in questione, le interruzioni si sono interrotte. Era il maggio scorso, sei mesi fa. Da allora le decine di donne della provincia costrette ad abortire - a causa di condizioni economiche precarie, problemi di salute o anche semplicemente per scelta -, sono obbligate a recarsi fuori provincia. Parliamo di numeri di non poco conto: in Ciociaria nel 2010 sono state effettuate annualmente circa 150 ivg; nel 2011, con due medici preposti al servizio, si è passati a 210. Poi, nel 2013, rimasto un medico soltanto, si è scesi a 169. La domanda tuttavia è molto più ampia. E non trova risposte, almeno negli ospedali della provincia. È sempre una questione di personale. In questo caso non solo di carenza fisica di ginecologi in pianta organica, ma di carenza di professionisti che credono nel valore della legge 194 e scelgono di non optare per l’obiezione di coscienza. Attualmente, infatti, di tutti i ginecologi in servizio negli ospedali, ce n’è solo uno non obiettore. Dalla Asl hanno spiegato che, stante la carenza di ginecologi, il ruolo di tale medico è cruciale nel reparto dove lavora tanto da non poter consentire di destinarlo anche solo un paio di volte la settimana alle ivg. Quindi che si fa? “Con il direttore sanitario aziendale Roberto Testa stiamo studiando tutte le possibilità per risolvere il problema nel più breve tempo possibile” ha detto ieri la manager Asl Isabella Mastrobuono. Le ipotesi sono principalmente due: la prima è quella che porterebbe ad individuare una struttura pubblica di un’altra Asl del Lazio, vicina alla provincia di Frosinone, e indicarla come polo di riferimento per le donne della provincia di Frosinone. L’altra carta è la riorganizzazione del personale alla luce dell’assunzione di un ginecologo (una delle poche deroghe concesse dalla Regione alla Asl qualche mese fa), che dovrebbe entrare in servizio nelle prossime settimane. Di certo, se si considerano i grandi numeri della domanda e se non si vuole far sparire l’erogazione del servizio in provincia, la Asl dovrà giocarsele entrambe.