L'annessione di Frosinone
alla Campania? Morassut:
"Una provocazione"

Il deputato Roberto Morassut
di DENISE COMPAGNONE
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Giovedì 18 Dicembre 2014, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 14:29
Frosinone in Campania? “In passato c’era una vasta area del sud del Lazio che ha una vicinanza storica con Napoli, siamo partiti da lì”. A spiegare quale sia la motivazione dietro la proposta di legge costituzionale per il ridimensionamento delle regioni d’Italia, quella che porterebbe, appunto, all’“annessione” di Frosinone e Latina con la Campania, a creare la nuova Regione Tirrenica, è stato ieri in un’intervista al Messaggero, lo stesso promotore, il deputato del Pd Roberto Morassut. È una proposta che fa discutere e solleva protesta da ogni angolo della provincia. E così, dopo il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, dopo il presidente di Unindustria Maurizio Stirpe e dopo il consigliere regionale Marino Fardelli, ieri è arrivato anche il no del presidente della Provincia Antonio Pompeo, del consigliere regionale Mario Abbruzzese, della senatrice Maria Spilabotte e del Pd provinciale, oltre che di Federlazio Frosinone. Ma cosa ha spinto Morassut e il collega senatore Raffaele Ranucci a procedere in questo modo? “È innegabile che ci siano delle vaste aree del sud del Lazio che hanno storicamente una vicinanza con la Campania, siamo partiti da lì” ha esordito Morassut. Se però questo discorso vale per parte del Sorano, del Cassinate non vale certo per Frosinone, Anagni e l’intera area nord della provincia… “Beh, sì... Infatti la nostra proposta è aperta a modifiche, che dovranno però essere supportate da basi scientifiche”. Da dove viene fuori questa proposta di legge? “Abbiamo una necessità impellente: semplificare l’ordinamento delle regioni, che negli ultimi tempi hanno mostrato molti limiti, anche con casi di corruzione e degenerazione morale. Semplificazione e efficienza significano minori articolazioni, minori stazioni appaltanti, riduzione di centri di spesa e quindi risparmi. A questo dobbiamo aggiungere il fatto che Roma ha bisogno di uno statuto speciale”. E quindi? “Quindi abbiamo lanciato questa proposta per aprire la discussione. Potevamo anche presentare un emendamento al disegno di legge di revisione del Titolo V della Costituzione di cui l’articolo 131 fa parte, ma abbiamo preferito questa strada appositamente per alimentare il dibattito”. Le critiche però fioccano… “Sono consapevole che possono esserci dissapori, non tanto tra i cittadini quanto tra gli eletti – così Morassut – ma occorreva fare una prima azione da rompighiaccio. Con il percorso in Commissione Affari costituzionali ci saranno tutti gli approfondimenti del caso, compresi i passaggi nelle Regioni e consultazioni popolari. La nostra è una proposta volutamente provocatoria”. Il consigliere regionale Mario Abbruzzese ieri ha rilanciato proponendo, per la ridefinizione dei limiti territoriali, il criterio dei collegi elettorali definiti per le Europee. In questo caso il Lazio dovrebbe aggregarsi con Toscana, Umbria e Marche. Che ne pensa? “Va studiata tecnicamente, ma tutto si può fare. Ripeto, la nostra intenzione era quella di sollevare una discussione e premere sulla riforma del sistema delle Regioni in Italia: partiamo da qui e andiamo avanti, c’è questa necessità”. Dal territorio intanto il no è unanime.