Azzurri a Varsavia: stanchi ma sereni
Senza paura al test con la Germania

Mario Balotelli e Antonio Cassano
di Ugo Trani
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Giovedì 28 Giugno 2012, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 23:05
VARSAVIA - La Germania entra nella semifinale con i numeri di chi non pu aver paura del passato. Anche se davanti c’ l’Italia. Loew conta dieci vittorie su dieci nelle gare delle qualificazioni per arrivare qui, quattro su quattro anche in questo Europeo. La serie è addirittura di quindici successi consecutivi nelle partite ufficiali, perché il primo è quello del terzo posto nel mondiale sudafricano di due anni fa. Non si capisce, insomma, perché dovrebbe aver paura dell’Italia. Ma, ogni volta che incrocia gli azzurri, la preoccupazione monta. Colpa di altre cifre che, a quanto pare, pesano per i tedeschi più della recente lunga striscia positiva. Sono quei sette match in cui non sono mai riusciti a superare la nostra nazionale nelle fasi finali di mondiali ed europei. Il raccolto è stato finora minimo: quattro pareggi e tre sconfitte.

Bisogna tornare indietro di diciassette anni per trovare l’ultima vittoria della Germania contro l’Italia: a Zurigo, nel torneo per il centenario della Federcalcio svizzera, il 21 giugno del ’95. Anche i tedeschi sanno che quel precedente non è medaglia da fissare al petto. Vogliono altro. Che è lo stessa speranza degli azzurri. La finale di domenica sera a Kiev.



La nazionale di Loew per prendersi la rivincita sulla caduta a Dortmund nel mondiale 2006, quella di Prandelli per confermare la tradizione positiva e provare a riconquistare l’Europa quarantaquattro anni dopo l’unico successo, tra l’altro in casa, nel 1968.

Dispiace che il terreno dello Stadion Narodowy di Varsavia sia spelacchiato e con qualche buca di troppo. Se non piace ai tedeschi, figuriamoci ai palleggiatori di Prandelli. Che sta seguendo l’esempio della Spagna per tornare ai vertici del calcio europeo e mondiale dopo il flop in Sudafrica. Il tiqui-taca de’ noantri piace anche all’estero. Prandelli, a parte qualche amichevole persa, non ha mai sbagliato nellea gare ufficiali. Le trentacinque occasioni da rete create contro l’Inghilterra sono il grande vanto del nostro cittì. Comprensibile, perché frutto del lavoro di due anni e della sua idea di calcio. Ma l’Italia, per arrivare a questa semifinale, ha avuto bisogno dei calci di rigore. Tutte quelle chance, con venti tiri nello specchio, non hanno portato in dote nemmeno un gol. Ed è per questo che lì davanti c’è ancora qualcosa da sistemare e aggiornare.



Non si sa quanto sia stanco Cassano e quanto superficiale Balotelli per fare il centravanti. Prandelli sta pensando a Diamanti, assatanato anche quando c’è da concludere: può sostituire il primo che sembra un po’ seduto, dall’inizio o in corsa lo sapremo stasera. Stasera nessuno vuole mancare: nella Germania che ci crede più di altre volte, nell’Italia che attaccherà senza rinunciare al possesso palla. Chiellini chiede di rientrare, Abate e De Rossi sono a disposizione. Il cittì si gode il furore azzurro. E pensa che sei anni fa, quando la nazionale di Lippi vinse al Westfalenstadion di Dortmund, lui era in ritiro con la Fiorentina a festeggiare quel successo. Senza mai cambiare idea di calcio.
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