Berlusconi: pm in campo per le elezioni
Anm: sconcerto. Bersani: vuol zittire tutti

Sivlio Berlusconi (foto Di Marco - Ansa)
7 Minuti di Lettura
Martedì 23 Marzo 2010, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:15
ROMA (23 marzo) - Nuovo attacco di Silvio Berlusconi alla magistratura. Il premier parla di partito delle procure entrato in campo pesantemente nella competizione per le regionali. Poi ancora nel pomeriggio da Torino afferma che «la sovranità nei fatti non appartiene più al Parlamento, ma ai giudici di sinistra». Il premier parla di magistrati che agiscono per «cambiare governi eletti dal popolo» , e perciò di «democrazia ferita e violata». Interviene poi sulle riforme: premeriato o altro?. «Sarete voi, gli elettori, - ha detto - interpellati con le asssemblee locali e i tanti gazebo in tutta italia ad indicare la via che prenderemo». Dura la reazione dell'Associazione nazionale magistrati che parla di «sconcertante aggressione». E' chiaro Pier Luigi Bersani: Berlusconi «vuole zittire tutti, è pericoloso e anche pasticcione». Un dialogo con il governo è impossibile perché il premier «zittisce» la sua stessa maggioranza, come dimostrano le 28 fiducie e i 58 decreti da lui variati da inizio legislatura. «Il comportamento di Berlusconi è eversivo», commenta l'Italia dei Valori.



Bersani: il premier vuole zittire tutti, anche i suoi. «Berlusconi - ha sottolineato Bersani - con 100 voti in più alla Camera ha messo, in 20 mesi, 28 volte la fiducia e ha fatto 58 decreti legge, zittendo sia l'opposizione che la sua stessa maggioranza. Questo è il suo modo di confrontarsi. Berlusconi non accetta il confronto elettorale, intende la politica come un comizio continuo e il Governo come un decreto continuo. Questo è il suo modo di dialogare quindi non faccia ad altri accuse che non stanno in piedi». Da giorni è accesa la polemica per il no del premier al confronto in tv con il leader dell'opposizione.



Il Governo sulle riforme mostra di essere «pericoloso» nel suo minacciarle contro l'opposizione, ma anche «pasticcione» nel non saperne portare avanti alcuna, ha aggiunto Bersani.



«Se Berlusconi si decide a discutere un piano di investimenti anticrisi che partano subito, io sono pronto ad andare anche ad Arcore per parlare con lui», ha quindi affermato il segretario del Pd. «Occorre - ha proseguito - un piano anticrisi fatto di investimenti pubblici in grado di generare anche quelli privati. Basterebbe un piano di piccole opere immediatamente cantierabili, da affiancare ad investimenti importanti come per la banda larga; inoltre vanno chiamati dei soggetti come Enel, Eni e Telecom, che garantiscano la committenza pubblica».



Bersani difende i magistrati. «Quando ci occupiamo di politica non ci interessiamo dei fatti giudiziari. La magistratura deve fare il suo lavoro e deve essere rispettata tutti i giorni dell'anno» ha detto il segretario del Pd in un'intervista al Tg5. «La politica - ha aggiunto - deve occuparsi dei suoi problemi, deve mettere l'orecchio ai problemi del Paese che non sono esattamente quelli che segnala ogni giorno il presidente del Consiglio, sono degli altri, prevalentemente degli altri. Questo è il punto di questa campagna elettorale».



Berlusconi torna ad attaccare i magistrati. La campagna elettorale per le regionali «si è snaturata perché il partito delle procure è entrato pesantemente in campo», aveva sostenuto il premier in mattinata in un collegamento telefonico a Uno mattina. «Con gli interventi della loro magistratura - ha aggiunto il premier - la sinistra ci ha impedito di scolgere una campagna elettorale di informazione nei confronti dei cittadini».



«La sovranità appartiene al popolo che la trasferisce ai rappresentanti in Parlamento. Le leggi del Parlamento ricevono anche la firma del Capo dello Stato e dovrebbero diventare legge. Nemmeno per sogno - ha affermato inserata il premier in un comizio al Lingotto di Torino - perché se a questa sinistra dei giudici queste leggi non vanne bene fanno eccezione di costituzionalità e fanno ricorso alla Corte costituzionale che è composta da 11 membri della sinistra e da quattro di centrodestra e così ottengono che tutte le volte che la Corte abroghi la legge fatta del Parlamento. Conseguenza: la sovranità nei fatti non appartiene più al Parlamento, ma ai giudici di sinistra e questa è una grave, grave, grave patologia della nostra democrazia».



Il premier si è scagliato contro i magistrati anche in una intervista alla Stampa, in cui ha affermato che non pensava necessario un suo intervento diretto nella campagna elettorale per le regionali. «E non lo sarebbe stato - ha sottolineato riferendosi ancora ai giudici - senza questi attacchi, uno dietro l'altro. Sono stato di nuovo obbligato dai pm a buttarmi nella mischia».



«Con questa sinistra al governo dell'Italia saremmo meno liberi, meno sicuri e più ingessati dalla burocrazia» ha detto poi il premier in un intervento telefonico da Torino alla manifestazione di ad Assisi della candidata alla presidenza dell'Umbria per il Pdl, Fiammetta Modena. «Se la sinistra tornasse al governo in Italia - ha continuato Berlusconi - intanto reintrodurrebbe subito l'Ici e questo credo che non faccia piacere a nessuno. Poi raddoppierebbe l' imposta sui risparmi, cioè su Bot e Cct, introdurrebbe una imposta patrimoniale a partire dai piccoli appartamenti per ridurre il debito che loro stessi hanno provocato. Inoltre - ha aggiunto il premier - impedirebbero i pagamenti in contanti sopra i 100 euro con la scusa di combattere l'evasione fiscale: noi questo lo chiamiamo uno Stato di polizia tributaria. Continuerebbero con le intercettazioni a tappeto, con la possibilità che le nostre conversazioni private vengano pubblicate sui giornali: anche qui si sarebbe dentro uno Stato di polizia. Infine - ha concluso Berlusconi - aprirebbero anzi spalancherebbero le frontiere agli extracomunitari».



Il presidente del Consiglio ha ribadito poi il "no" a un faccia a faccia con il segretario del Pd Bersani: «Non c'è alcuna possibilità di confronto - ha ribadito - con una sinistra che insulta, offende, deride, delegittima, calunnia».



Anm: sconcerta l'aggressione alle toghe. «E' sconcertante che in campagna elettorale venga aggredita quotidianamente un'istituzione dello Stato» dice il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, replicando al premier che ieri aveva definito la magistratura "la peggiore patologia". «Noi non siamo un partito - dice Palamara - ma in uno Stato di diritto il nostro compito è quello di applicare la legge».



Ferranti (Pd): Alfano difenda le toghe dagli insulti del premier. Il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, invita il Guardasigilli a difendere i magistrati dagli insulti che gli sta muovendo il premier ormai «in veste di tribuno». «Berlusconi - afferma la Ferranti - ha ormai scelto di abbandonare il suo ruolo istituzionale di presidente del Consiglio. Nella sua veste di tribuno aizza le folle, alimenta le divisioni tra il partito degli amici e quello dei nemici e prosegue la pericolosissima azione di discreto nei confronti dei giudici».



Idv: comportamento premier eversivo. «Il comportamento di Berlusconi è eversivo», rilancia l'Italia dei Valori, che porta la contabilità degli interventi del premier contro le toghe: «siamo al 23 di marzo ed oggi c'‚ stato il ventitreesimo attacco ai magistrati di questo mese», fa notare il portavoce Leoluca Orlando.



Anche il ministro della giustizia Angelino Alfano accusa i magistrati («vi è una frangia iperpoliticizzata nella nostra magistratura») e l'Idv ne chiede le dimissioni: «soltanto nelle peggiori dittature un ministro della Giustizia rimane in carica dopo aver insultato i magistrati» afferma il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.



Berlusconi sulla par condicio. «Avremo la forza e il coraggio di abrogare la legge sulla par condicio»ha detto Berlusconi. «Nei 100 minuti a disposizione noi, la Lega e il Pd, portano tanti protagonisti in televisione, l'Udc solo Casini, l'Italia dei Valori solo Di Pietro - ha detto Berlusconi - in questo modo ottengono una visibilità sconfinata, che produce a loro il 6%; se lo spazio fosse proporzionato al 6%, verrebbe diminuito e probabilmente arriverebbe vicino allo 0».



La replica di Gentiloni. «Dopo aver usato una caricatura della par condicio per mettere a tacere i programmi scomodi di informazione Berlusconi getta la maschera»: lo dichiara il responsabile comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni. «Con l'assalto alla par condicio - aggiunge Gentiloni - il premier intende puntellare il suo potere, cambiando le regole del gioco elettorale. È una forzatura inaccettabile - conclude - cui ci opporremo con tutte le nostre forze».



Casini: scandalosa occupazione tv del premier. «È scandalosa l'occupazione che il Premier fa degli spazi televisivi» afferma il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini a Otto e Mezzo su LA7. «Dico agli amici della Lega che devono stare attenti anche loro, perchè il problema della par condicio è che non è applicata: basta vedere la televisione oggi per constatare che non c'è». E aggiunge: «Contrasto Santoro, la penso come Berlusconi su questo, perchè Santoro è fazioso, ma io non voglio impedirgli di essere in tv. Questa è la mia idea di democrazia: non spengo il televisore a chi la pensa diversamente da me».



«Sulle riforme costituzionali - aggiunge Casini - Berlusconi dovrebbe chiarirsi le idee». «Una volta propone il presidenzialismo per il Presidente della Repubblica e un'altra volta lo propone per il presidente del Governo. Quando Berlusconi si sarà chiarito le idee e avrà finito i fuochi di artificio pre-elettorali - aggiunge ironico Casini - discuteremo seriamente di queste riforme isituzionali». Casini, che ha definito il giuramento dei governatori, «una boutade, una cosa che fa scappar da ridere», ha aggiunto: «Berlusconi dimostra anche scarso senso istituzionale, perché un presidente del Consiglio non dovrebbe avere figli e figliastri nel rapporto con le regioni».



«Stiamo lavorando per il dopo-Berlusconi. Gli effetti speciali stanno finendo» ha detto aggiunto Casini in incontro di presentazione di Savino Pezzotta, candidato presidente dell'Udc in Lombardia. «Due anni fa non siamo entrati nel Pdl - ha aggiunto Casini - perché quello era un progetto politico evocativo dell'uomo forte, una strada che non ha mai risolto i problemi della politica».



Nuovo scontro tra Berlusconi e Di Pietro. Per il premier il leader dell'Idv è «pericoloso, può armare le menti deboli». Replica Di Pietro: «è lui e il suo governo ad alimentare il clima di odio».



Di Pietro poi spiega i motivi per cui Berlusconi va fermato il prima possibile: «Quando un presidente del consiglio annichilisce l'opposizione, gli scaglia una piazza contro, impone alla televisione pubblica di non farla più parlare (specie l'IdV), zittisce e imbavaglia la libera informazione, delegittima totalmente il parlamento perché non gli fa fare più una legge ma soltanto i voti di fiducia annienta il potere giudiziario con leggi ad personam ma soprattutto con denigrazioni, umiliazioni e offese a magistrati che fanno il loro dovere, chiamandoli eversivi solo perché sette magistrati e sette collegi uno dopo l'altro dichiarano che non hanno presentato la lista quelli del Pdl a Roma... insomma, mi pare che ci sono tutti gli estremi di un progetto eversivo del presidente del consiglio che va fermato in tempo e per questa ragione e il voto alle prossime elezioni è anche un voto che deve mandare un messaggio chiaro di voglia di democrazia in questo Paese».
© RIPRODUZIONE RISERVATA