Con lo spread a 200 si risparmiano
fino a dieci miliardi in due anni

Con lo spread a 200 si risparmiano fino a dieci miliardi in due anni
2 Minuti di Lettura
Domenica 1 Settembre 2013, 15:07 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 08:05
ROMA - Con lo spread a 200 punti, si creerebbe un tesoretto fino a 10 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. Se la corsa al ribasso dei tassi di interesse dovesse proseguire perchè favorita dalla crescita della fiducia da parte degli investitori conseguente a una maggiore stabilità politica del nostro Paese, sul costo del servizio del debito si potrebbe ottenere un risparmio tra i 7 e i 10 miliardi. Lo rivela un'analisi del Centro studi Unimpresa che ha valutato l'effetto di una ulteriore diminuzione del differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, già sceso da alcune settimane attorno a quota 250 punti base, sulle emissioni di titoli di Stato programmate dal Tesoro.



L'analisi di Unimpresa, basata sul Documento di economia e finanza (Def) del Governo aggiornato ad aprile oltre che su dati della Banca d'Italia, mette in luce possibili riduzioni della spesa per interessi relativa ai Bot, Btp, Cct e Ctz da emettere nei prossimi 16 mesi. Il costo del servizio del debito indicato nel Def è pari a 83,8 miliardi nel 2013 e a 90,3 miliardi nel 2014: due voci del budget del bilancio che valgono in totale 174,1 miliardi. Considerando la durata delle nuove obbligazioni e la scadenza media dei titoli pubblici, si potrebbe dunque prevedere una sforbiciata non inferiore ai 7,2 miliardi e fino a 10,3 miliardi di euro.



Nel dettaglio, il calo degli interessi da riconoscere ai sottoscrittori avrebbe un impatto positivo anzitutto sul debito da rifinanziare e poi sui titoli emessi per esigenze di cassa rilevate dal ministero dell'Economia sulla base del fabbisogno. «La stabilità del Governo è vitale - commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi - Non si tratta di fare il tifo per una coalizione o per un'altra, perchè in ballo c'è il futuro del nostro Paese ed è l'unico elemento a cui prestiamo interesse».
© RIPRODUZIONE RISERVATA