La Bce migliora le stime del pil europeo
«Ma in Italia obiettivo deficit a rischio»
Istat: nuovo calo produzione industriale

Il governatore della Bce, Mario Draghi
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Giovedì 12 Settembre 2013, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 10:23
ROMA - Il peggioramento del fabbisogno dell'Italia, dovuto soprattutto al rimborso dei debiti verso le imprese, mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell'obiettivo di disavanzo» al 2,9% del Pil per il 2013: lo scrive la Bce nel proprio bollettino, sottolineando anche le misure per compensare l'abolizione dell'Imu e il rinvio dell'aumento Iva.



Bce: Ue-17 in ripresa graduale. Le economie dell'Eurozona, scrive la Bce, sono in «graduale ripresa» con un «lento recupero del prodotto» atteso per il resto del 2013. La Bce promette tuttavia una politica monetaria che «resterà accomodante finché necessario».




«Proroghe Ue sul rientro dal deficit aumentano i rischi». Le nuove raccomandazioni Ue sul rientro dei deficit eccessivi contengono «ampie proroghe delle scadenze» e «un marcato rallentamento del risanamento». Per alcuni Paesi, come Portogallo e Spagna, si è ridotto il risanamento strutturale e «ciò potrebbe accrescere i rischi per la sostenibilità delle finanze pubbliche».



«Pil 2013 Eurozona migliora a -0,4%». La Banca centrale europea conferma le nuove stime per il Pil dell'Eurozona, annunciate giovedì scorso, con un prodotto ora atteso in calo dello 0,4% quest'anno rispetto al precedente -0,6%. Pil atteso in rialzo dell'1% il prossimo anno, contro il +1,1% dello scorso giugno. Confermate anche le nuove stime d'inflazione per quest'anno, ora a 1,5% rispetto al precedente 1,4%. L'inflazione, nel 2014, continua a essere stimata all'1,3%.



Istat: produzione industriale -1,1%, su anno -4,3%. La produzione industriale a luglio torna a scendere su base mensile, segnando un ribasso dell'1,1%. Per trovare un calo congiunturale più forte occorre tornare a giugno 2012. Lo rileva l'Istat, che continua a registrare cali nel confronto annuo: in termini tendenziali la contrazione, la 23ª, è del 4,3% (corretta per effetti calendario).

Il calo congiunturale arriva dopo due mesi in positivo, deludendo le aspettative di gran parte degli analisti (la maggior parte prevedeva un nuovo rialzo) e segnando una partenza in salita per il terzo trimestre dell'anno. A livello tendenziale, nella media dei primi sette mesi dell'anno l'attività è scesa del 4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Guardando al dato grezzo, il calo è invece dell'1,4% per luglio e del 4,2% per i primi sette mesi del 2013. Analizzando i diversi comparti, a luglio l'indice destagionalizzato registra una variazione congiunturale positiva nel solo comparto dell'energia (+1,7%). Segnano al contrario contrazioni i raggruppamenti dei beni strumentali (-3,1%), dei beni intermedi (-1,1%) e, in misura minore, dei beni di consumo (-0,3%). Nell'ambito della manifattura, gli unici aumenti mensili si sono registrati per i settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+4,4%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+2,2%).
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