Milano-Pisa, 14 ore in treno

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Lunedì 20 Ottobre 2014, 00:25
Alle 16:05 di Domenica 5 Ottobre u.s. alla stazione di Milano Centrale, ho preso il treno IC 673 per andare a Pisa, con arrivo previsto alle ore 20:17.



Scrivo a (Messaggero/Tirreno/Nazione) poiché nessuno, carta stampata e notiziari radiotelevisivi, pur riportando la notizia dell’investimento mortale di una donna da parte del treno su cui mi trovavo avvenuto alle 16:30 poco fuori Milano, nessuno, dicevo, ha parlato della vergognosa disorganizzazione di Trenitalia nel far fronte alle emergenze, di questa ennesima dimostrazione, per me che da anni percorro in treno circa 800 Km a settimana e ne avevo già viste di tutti i colori, di quanto i passeggeri siano tenuti in totale spregio e ignorati anche i loro più elementari diritti salvo essere scherniti ad ogni occasione con l’ormai inascoltabile per quanto irritante chiosa “Ci scusiamo per il disagio”.



Siamo stati avvertiti quasi subito dell’incidente che aveva provocato l’arresto del treno dagli altoparlanti. Poi più nulla, fino alle 21:30, cinque ore con adulti, donne, bambini, lattanti e anziani sequestrati nei vagoni senza sapere nulla, ciascuno con i propri impegni e le rispettive esigenze e neanche un cane che si sia preoccupato di informarci su che fine dovessimo fare. Alle 21:30, finalmente si degnano di dirci che il treno sarebbe ripartito per portarci a Pavia, dove ci avrebbero fatto scendere per proseguire poi con altri mezzi, senza specificare quali. Scesi a Pavia alle 22 circa, dalla voce dell’altoparlante della stazione deserta veniamo invitati a recarci al binario 2 e che lì avremmo trovato assistenza. Bene, tutti al binario 2. Passano 20 minuti e di assistenza neanche l’ombra, finché non si vede arrivare un’impiegata con divisa di Trenitalia che portava tra le braccia una decina di bottigliette d’acqua. Inutile avere notizie da lei, diceva che forse sarebbe passato un altro treno o forse ci avrebbero mandato dei pullman. Questa, si stenta a crederlo tra civili, è stata l’assistenza.



A questo punto, pensando di trovare i pullman, sono uscito sulla piazza antistante la Stazione, dove già c’erano decine e decine di persone, nel caos, senza che l’unico vigile presente, ma ignaro di tutto, sapesse fornire una, benché minima, indicazione. Alle 22:45 arriva un pullman, immediatamente assediato dai viaggiatori ormai fuori controllo. Scende il conducente e dice che ci avrebbero portato tutti a destinazione e che sarebbero arrivati altri pullman, e intanto il mezzo si riempiva velocemente di gente, con quelli che mentre riponevano i bagagli nella parte inferiore vedevano occupare tutti i posti da altri che salivano direttamente sul mezzo, facendo nascere liti anche furiose che solo per miracolo, considerato quel clima di esasperazione, non sono sfociate in vie di fatto. Ho aiutato un’anziana a salire a bordo e sono riuscito a salire anche io mentre molti altri sono restati fuori. Il pullman è partito e non sto neanche a soffermarmi sul fatto che il conducente, quando non fumava tenendo la sigaretta fuori dal finestrino, scriveva messaggi o rispondeva al telefono o impostava i dati sul navigatore, tutto mentre con l’altra mano reggeva il volante.



Alle 1:30 arriviamo a Genova P.P. e lì scendono alcuni. Arriva al conducente l’ordine di andare a Genova Brignole ed aspettare lì altri pullman per fare uno smistamento dei passeggeri, onde evitare di far effettuare a tutti tutte le fermate (per ognuna si doveva uscire dall’autostrada, entrare nella città, raggiungere la stazione e tornare indietro). Arrivati a Brignole non troviamo nessuno. Dopo un quarto d’ora il conducente riceve un nuovo ordine, di tornare a Genova P.P. perché c’era stato un malinteso. Lì, finalmente, alle 2:30, quelli di noi che dovevano scendere a Carrara, Massa, Pisa e Livorno, abbiamo trovato l’altro pullman che doveva portarci a destinazione.



Sono sceso alla stazione di Pisa Centrale alle 5:35, dopo quasi 14 ore dalla partenza. Incommentabile.



Dott. Valerio Lupi