Bronzi di Riace in quarantena: chi vuole vederli deve farsi decontaminare

Bronzi di Riace in quarantena: chi vuole vederli deve farsi decontaminare
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Sabato 11 Gennaio 2014, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 11:23
In questa prima fase, dopo la riapertura al pubblico della sala dei Bronzi di Riace, abbiamo assistito, da parte dei visitatori, a file disciplinate e pazienti malgrado le modalit di fruizione delle due opere cambiate radicalmente rispetto al passato. È soddisfatta e ne ha motivo la sovrintendente archeologica della Calabria, Simonetta Bonomi, alla luce dei risultati relativi alle prime due settimane di apertura al pubblico del museo nazionale di Reggio Calabria.



Dalla riapertura del 22 dicembre scorso, infatti, i visitatori devono osservare una serie di passaggi prima di accedere agli ambienti che ospitano le due statue. È necessario, tra l'altro, sottoporsi, a protezione dei due bronzi, ad una sorta di «decontaminazione» attraverso l'accesso dapprima in una sala pre-filtro, dove vengono proiettati per ingannare l'attesa alcuni filmati sulla storia delle due statue: poi si passa in una sala-filtro dove è attivo un flusso d'aria che consente una sorta di vera e propria depurazione e ambientamento, sempre per garantire l'integrità dei guerrieri.





I visitatori, inoltre, possono accedere solo a gruppi di non più di venti persone. «I tempi di attesa e la particolare procedura - aggiunge Bonomi - non hanno provocato alcun problema da parte dei visitatori. E questo è un ulteriore elemento positivo. La coincidenza delle festività natalizie, poi, ha contribuito molto in termini di presenze. Tanti sono stati anche gli stranieri: già il primo giorno abbiamo avuto una folta comitiva di inglesi».
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