Storie di spettri e di letteratura alternativa

Storie di spettri e di letteratura alternativa
di Luca Ricci
2 Minuti di Lettura
Sabato 16 Novembre 2013, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 11:05
Leggendo l’interessante e molto ben documentato “Storia degli spettri” di Massimo Scotti (Feltrinelli 2013, pag. 410, 13,00 €), viene voglia di ripercorrere la storia della letteratura da un punto di vista insolito. Per secoli- secoli, mica bruscolini- nessuno si è mai dato la pena di stabilire il grado di realismo e di fantasia contenuti in un’opera letteraria (e in effetti vien da dire che ogni opera letteraria è assolutamente realistica e al contempo assolutamente fantastica, a seconda di come la si guardi).



Si pensi a Omero con la sua epica commistione tra umani e Dei; o a Dante, con i suoi sconfinamenti in un riconoscibilissimo aldilà, tutto beghe politiche da talk show ante litteram; o a Cervantes che si prese beffe del Romanzo Cavalleresco mandando il suo antieroe sulla luna. Tuttavia qualcuno ha voluto commettere una stupidaggine e s’è inventato di punto in bianco la realtà, e poi qualcun altro l’ha seguito a ruota inventandosi, in ambito letterario, il realismo (menzogna al quadrato). A quel punto tutti gli altri, più responsabilmente, si sono dovuti attenere all’inoppugnabile dato di fatto della fantasia, e quindi in ambito letterario del fantastico.



La biforcazione cognitiva insomma è avvenuta per un accesso d’immaginazione da parte di alcune menti troppo vivaci, e non è stata priva di conseguenze antipatiche. Hanno cominciato a proliferare generi totalmente privi di oggettività quali il Romanzo Storico, il Romanzo Naturalista, il Romanzo d’Inchiesta e peggio ancora il Romanzo di Denuncia. Gli scrittori con la testa sulle spalle e coi piedi per terra invece sono stati cacciati ai margini della societas letteraria, e questo per una ragione aberrante: non hanno mai voluto perdere il loro concretissimo aggancio con la fantasia, dando l’avvio a generi scientifici quali la Poesia Cimiteriale, il Romanzo Gotico, il Racconto di Fantasmi, il Racconto Horror (e per deflagrazione Splatter).



Il realismo ha soggiogato il fantastico fin quasi a esautorarlo dall’odierno panorama editoriale: oggigiorno l’incredibile (la realtà) passa per credibile, il credibile (la fantasia) per incredibile. Certo, ogni tanto qualcuno ha fatto confusione ed è rimasto impigliato nella ragnatela teorica. Per restare in Italia, che dire dei veristi Capuana, Verdinois, Di Giacomo, Calandra che a un tratto si misero a scrivere racconti di paura o, per dirla con Sigmund Freud, incentrati sull’Unheimlich, il perturbante? Ma per lo più il realismo ha trionfato divenendo tra l’altro terreno fertile per far attecchire un altro fenomeno sovrannaturale: la cultura bestsellerista tutta basata su bizantinismi psicologici e astruse variazioni narrative. Insomma la domanda è la seguente: c’è ancora, tra chi scrive, gente pratica e assennata come Bontempelli, Savinio, Landolfi, Buzzati e Manganelli?









































© RIPRODUZIONE RISERVATA