Munro, Nobel meritato per il racconto. Ma gli italiani sono troppo timidi

Luca Ricci
di Luca Ricci
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Sabato 12 Ottobre 2013, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 08:59
Il premio Nobel per la Letteratura assegnato alla canadese Alice Munro (da noi pubblicata da Einaudi, con la traduzione di Susanna Basso) una buona notizia per almeno due ragioni: la prima perché la Munro è una brava scrittrice; la seconda perché la Munro è una brava scrittrice di racconti. L’Accademia aveva premiato romanzieri, poeti, drammaturghi, ma non era ancora capitato che laureasse una specialista del racconto (tra i premiati col pallino della brevità vanno almeno ricordati Hemingway, Böll, Singer e Márquez). La domanda se sia nato prima l’uovo o la gallina riguardo alla poca fortuna del racconto in Italia si traduce così: allergia dei lettori o paura degli editori? Sondare gli umori dei lettori è difficile, mentre di solito gli editori rispondono che i cataloghi sono pieni di libri di racconti. Gli stranieri, soprattutto se americani, sono in genere tollerati. Loro non scrivono racconti, bensì short stories: forse suona meglio. A onor del vero è giusto ricordare almeno un ventaglio di autori italiani viventi che dei bei racconti sono riusciti a pubblicarli: Celati, Pardini, Voltolini, Falco, Parrella, Mari, Cognetti, Milone. Però una distinzione è d’obbligo: una cosa è pubblicare, tutt’altro affare è promuovere, spingere, andar fieri. Io credo che all’editoria italiana, sul versante della scrittura breve, sia mancato e manchi questo coraggio. Le raccolte escono alla chetichella, come se qualcuno nella filiera editoriale avesse commesso un grave errore e l’autore di racconti dovesse infine scusarsi di non aver scritto anche lui l’ennesimo romanzo (forma letteraria commercialmente egemone, è vero, ma che in pratica gareggia da sola). Su Twitter qualche tempo fa abbiamo stilato le nazionali più forti del racconto. Resto dell’avviso che l’Italia possa giocarsela con chiunque. Da dove viene allora tutta questa timidezza, tutta questa vergogna, tutta questa esterofilia?



Nazionale racconti Italia: Boccaccio, Boito, Verga, Pirandello, Bontempelli, Savinio, Buzzati, Calvino, D'Arzo, Landolfi, Parise.



Nazionale racconti Usa: Hawthorne, Poe, Anderson, James, Lovecraft, Melville, Hemingway, Malamud, Salinger, Cheever, Carver.



Nazionale racconti Urss: Gogol', Leskov, Puškin, Čechov, Turgenev, Dostoevskij, Tolstòj, Charms, Babel', Nabokov, Berberova.



Nazionale racconti Argentina: Bianco, Lugones, Ocampo, Borges, Casares, Cortázar, Peyrou, José Saer, Wilcock, Sabato, Soriano.



Nazionale racconti Germania: Kleist, Goethe, E.T.A. Hoffmann, J. Grimm, W. Grimm, Mann, Laßwitz, Lichtenstein, Döblin, Schmidt, Böll.



Nazionale racconti Inghilterra: Beckford, Stevenson, Carroll, Shelley (Mary), Dickens, Kipling, H.G. Wells, Woolf, Maugham, Dahl, Lessing.



Nazionale racconti Francia: La Fontaine, Perrault, Nerval, Gautier, Barbeyd'Aurevilly, L'IsleAdam, Maupassant, Apollinaire, Mirbeau, Saint-Exupéry, Breton.



Twitter: @LuRicci74
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