"Ignoranti": Roberto Ippolito svela quanto è somara l'Italia

"Ignoranti": Roberto Ippolito svela quanto è somara l'Italia
di Carmine Castoro
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Giovedì 28 Novembre 2013, 14:05 - Ultimo aggiornamento: 19:12
In un Paese che favorisce simulacri e simulazioni, per dirla alla Baudrillard, pseudo-eventi dettati dalla acuta “sondaggite” che ci ammala da anni, bombardamenti televisivi e pubblicitari che semplificano il linguaggio e ci disabituano al pensiero e alle emozioni, quale pensavamo potesse essere la vittima numero uno, quella più innocente e bistrattata? Sicuramente la cultura che ha come corollari l’istruzione, la ricerca, lo spessore intellettuale, l’alfabetizzazione di massa che, sostenuta dalla ragnatela mediatica e dall’economia del benessere, pensavamo fosse arrivata a livelli ottimali, quanto meno soddisfacenti. E invece proprio no. A tutto vantaggio di atteggiamenti corrivi e residuali, di cliché e stereotipi soffocanti alla Grande Fratello.



Spesso esilarante per i casi raccontati, ma inquietante per lo scenario descritto, Ippolito svela quanto è somara l’Italia. Con nomi e cognomi il libro fornisce un campionario incredibile di assurdità: il sottosegretario che accusa il ministro di essere un “asino bardato da generale”, la conduttrice che inciampa sugli accenti, deputati che parlano in modo inverosimile. Sorprendente? L’Italia è sempre in coda nelle classifiche per l’istruzione e la cultura. Lo confermano gli spropositi che si trovano nei temi della maturità, i pessimi risultati degli studenti nel confronto internazionale, gli errori nella formulazione delle domande ai concorsi: anche chi giudica sbaglia. E l’economia arretra. Il contrario di quanto avvenne negli anni del boom, quando l’innalzamento culturale accompagnò il miracolo. Oggi il 45,2 per cento ha al massimo la licenza media contro il 27,3 per cento dell’Europa.



Solo due italiani su quattro sono diplomati contro tre inglesi su quattro. L’Italia è avara: in Europa è ventiduesima per la quota di spesa pubblica destinata all’istruzione in rapporto al Pil. E al peggio non c’è mai fine per l’onda lunga dei tagli dell’era Berlusconi, ma anche per la scarsa sensibilità del governo tecnico di Monti. Nemmeno i privati si salvano. I confronti internazionali proposti ripetutamente nel libro certificano il disastro. Uno schiaffo per un paese come l’Italia, per secoli culla della cultura e dell’arte. Come si può tornare a crescere? Con l’istruzione e la cultura. Ma finché gli ignoranti occuperanno la politica non potrà esserci un reale cambiamento e un ritorno allo sviluppo. Solo il sapere può dare la scossa.



Roberto Ippolito, giornalista professionista, ha curato a lungo l’informazione economica per il quotidiano La Stampa. Organizzatore di eventi culturali in tutta Italia, è dal 2010 direttore scientifico del festival letterario “A tutto volume. Libri in festa a Ragusa”. È stato editor e responsabile degli incontri con l’autore del Festival dell’Economia di Trento. Ha ricoperto gli incarichi di direttore della comunicazione di Confindustria e delle relazioni esterne dell’Università Luiss, dove è stato anche docente di Imprese e concorrenza alla Scuola superiore di giornalismo. Tra i suoi libri più recenti, “Evasori. Chi come quanto. L’inchiesta sull’evasione fiscale” (Bompiani 2008) e “Il Bel Paese maltrattato” (Bompiani 2010).





Roberto Ippolito - “Ignoranti” - Chiarelettere, pagg. 192, euro 12,90
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