Resa dei conti nel centrodestra
Belviso attacca la Giunta Alemanno:
«In Campidoglio troppi incompetenti»

Gianni Alemanno con Sveva Belviso
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 12 Giugno 2013, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 10:03
ROMA - Sentite Sveva Belviso, 40 anni, vicesindaco uscente e la pi votata del Pdl: Basta, non diamo la colpa agli elettori se non ci hanno votato. La sconfitta è evidente e bisogna avere coraggio di fare autocritica nel Pdl. Il quadro dirigente si deve rimettere tutto in discussione. Il partito va totalmente ricostruito. Bisogna dire addio alla logiche delle componenti, perché non ha dato un arricchimento culturale al dibattito, è servita solo a spartirsi i posti. Cinque anni fa abbiamo avuto una grande occasione, cerchiamo di capire perché l’abbiamo fallita. Ognuno tragga le conseguenze. Forse è arrivato il momento di premiare le competenze, il merito...». Stop, ferma. Merito? Competenza? Giusto o sbagliato che sia, questa amministrazione - forse anche in modo ingeneroso - passerà alla storia per parentopoli. Sveva Belviso: «Non lo nego, a volte c’è stato un livello culturale non all’altezza di una città come Roma. Sono state fatte delle scelte appunto legate a quella logica di corrente, di appartenenze, che critico. E sinceramente io queste cose le ho dette, quando era il momento. Non sui giornali, ma le ho dette. Però voglio essere chiara: dobbiamo tutti anche ringraziare Gianni Alemanno per il lavoro generoso svolto in questi cinque anni».



PISO E L’ADDIO

Lista non presentata alle regionali del 2010 con la comica del panino; caso Fiorito; sconfitta pesantissima alle regionali e alle comunali del 2013. Eppure nel Pdl romano e laziale i dirigenti sono sempre gli stessi. Ieri Vincenzo Piso, coordinatore regionale del Pdl, ripeteva: «Io non lo so se resterò al mio posto». Bene, ma qualcuno non si dovrebbe dimettere? Belviso: «Bisogna avere il coraggio di fare autocritica».



TUTTI A CASA

Ecco, questo è il clima che si respira nel Pdl e nel centrodestra nel day after del più grande disastro elettorale a Roma da quando esiste il Popolo della Libertà. E c’è chi come Federico Rocca, 39 anni, consigliere comunale uscente, non rieletto malgrado un bottino importante di 2.100 preferenze, ripete: «Non c’è mai stato un ricambio della classe dirigente. C’è una situazione bloccata che allontana i giovani, le energie migliori. Non parlo solo di età anagrafica. Parlo di persone nuove che possano impegnarsi. Tutti ormai se ne tengono lontani, perché il Pdl è immutabile. Non c’è mai stato un congresso, non ci sono state le primarie. E anche quando si perde tutti rimangono al loro posto». Rocca non fa nomi, ma è vero che Vincenzo Piso, coordinatore regionale, e Gianni Sammarco, coordinatore romano, sono sempre lì. «L’errore più grande - si sfoga Rocca - sarebbe far finta di niente». In linea di massima, sembra il programma per una rottamazione.

Roberto Cantiani, 30 anni e 6.500 preferenze è stato eletto in consiglio comunale. Ma punta il dito sugli errori commessi: «Deve cambiare il modo di rapportarsi con gli elettori, dobbiamo ripensare la comunicazione. Evidentemente i metodi sono vecchi. Bisogna prendere esempio da cosa è stato fatto nei quartieri in cui il Pdl è andato bene: a Cesano, ad esempio, ci sono stati ottimi risultati, ma qui abbiamo lavorato a lungo sul territorio. I cittadini ci conoscono. Bisogna uscire dagli uffici e parlare con la gente».



SENZA MERITO

Alemanno ripete «mi prendo tutte le responsabilità», ora rischia anche per il posto da capogruppo mentre guarda alla scialuppa della candidatura al parlamento europeo nel 2014. Ma sparano su 5 anni di Campidoglio anche dal resto della coalizione. Fabrizio Santori, 37 anni, consigliere regionale de La Destra (ma a lungo nel Pdl), è impietoso: «Perché la destra quando governa non riesce mai ad ottenere un secondo mandato? Le strutture e la scelta delle persone restano schiave delle correnti, siamo allergici alle primarie, da noi non decolla un concreto principio meritocratico, non sappiamo comunicare né valorizzare il territorio, dobbiamo dipendere sempre da Berlusconi e non dalle nostre strutture locali e dal nostro modo di servire la cittadinanza». Amen.
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