Città del Vaticano - Papa Bergoglio davanti all'icona dell'IX secolo, venerata da sempre dai romani, invoca la protezione della Madonna. «La presenza della...
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La Salus Populi Romani è una fra le più famose e venerate icone di proprietà del Vaticano, particolarmente venerata dai romani che da secoli si trovano a pregarla davanti a sciagure o pericoli gravi. In passato accadeva per le pestilenze e le inondazioni del Tevere, più recentemente, durante la Seconda Guerra Mondiale, avrebbe protetto la città dai bombardamenti alleati.
Lo stesso Papa Francesco è particolarmente devoto a questa icona. Subito dopo l’elezione al soglio pontificio si è fatto portare a Santa Maria Maggiore a pregare. La stessa cosa fa quando torna da ogni suo viaggio internazionale.
Il restauro appena terminato, ha spiegato Barbara Jatta, direttrice dei Musei vaticani, è scaturito nell’ambito dei periodici controlli esercitati sull’icona dal Laboratorio restauro pitture e manufatti lignei dei Musei. Durante queste revisioni, nel luglio del 2017, si è constatato l’aggravarsi del deterioramento, sia nel supporto che nella pellicola pittorica. Informato dello stato dell’antica icona, il cardinale Stanislaw Rylko, arciprete della basilica liberiana, ha dato il via all’esecuzione di un intervento di fissaggio e consolidamento delle aree più a rischio. «Si è quindi proceduto a uno studio approfondito della tavola, dei materiali costitutivi e dello stato di conservazione. Sono state fatte analisi spettrografiche, fluorescenza ultravioletta indotta, infrarosso in falsi colori, riflettografia infrarossa e radiografia. Sulla base dei dati ottenuti sono stati poi decisi approfondimenti scientifici per la determinazione dei pigmenti impiegati (analisi XRF e Raman). Ulteriori indagini scientifiche sono state poi compiute sul supporto ligneo, per il riconoscimento della specie legnosa».
Lo studio morfologico indica che le tavole centrali sono di tiglio mentre quelle della cornice di frassino. I risultati del radiocarbonio, inoltre, indicano una datazione del legno, con una probabilità di oltre l’80 per cento, compresa tra la fine del IX secolo e gli inizi dell’XI per la tavola principale, e tra la fine del X e la prima metà dell’XI per la cornice perimetrale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero