Anche il Vaticano tace sull'attacco militare di Erdogan contro i curdi, oltre cento vittime civili

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Citta’ del Vaticano Anche in Vaticano prevale la realpolitik. La massiccia operazione militare turca decisa da Ankara contro i curdi, nonostante l'alto numero di...

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Citta’ del Vaticano Anche in Vaticano prevale la realpolitik. La massiccia operazione militare turca decisa da Ankara contro i curdi, nonostante l'alto numero di vittime civili che sta causando, è passata sostanzialmente sotto silenzio persino a Santa Marta. I violenti bombardamenti d’artiglieria e l’uso di F-16 anche in territorio siriano hanno causato, secondo l’agenzia siriana Sana, un bilancio di 140 civili morti. L’Osservatore Romano oggi pomeriggio ha dedicato alla vicenda un articolo quasi pilatesco, evitando di prendere qualsiasi posizione, nonostante l'altonumero di morti, spiegando che Ankara «punta a sottrarre il territorio di Afrin al controllo delle formazioni curde chiamate Unità di protezione del popolo (Ypg) e ritenute vicine al Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan), un’organizzazione considerata dalle autorità turche illegale e di matrice terroristica». Il quotidiano del Vaticano riferisce anche le parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sul fatto che la Turchia «ha il diritto di difendersi» visto che Ankara «è uno dei paesi della Nato che più ha sofferto per il terrorismo».


Le fotografie e i video che in queste ore stanno invadendo i social e i siti di informazione mostrano parecchi bambini curdi feriti. Erdogan ha affermato che l’operazione militare andrà «avanti il tempo necessario». Nel frattempo i curdi – senza i quali l’Isis non sarebbe mai stato battuto - hanno chiesto il sostegno delle forze siriane. 

Il premier Erdogan è atteso da Papa Francesco lunedì 5 febbraio per una visita di Stato. A preparare questa visita è stata la telefonata di Erdogan a Bergoglio  all'indomani della decisione degli Usa di spostare l'ambasciata a Gerusalemme.L'agenzia di stampa Anadolu aveva riferito che Erdogan e il Papa avevano parlato della risoluzione con la quale l’Onu aveva respinto la mossa della Casa bianca sottolineando la necessità di «proteggere lo status quo di Gerusalemme, città sacra per l’islam, il cristianesimo e l’ebraismo». 


 La vicedirettrice della sala stampa vaticana, Paloma Garcia Ovejero, aveva confermato il colloquio telefonico senza fornire dettagli sui suoi contenuti e limitandosi a precisare che «la conversazione ha avuto luogo per iniziativa del Presidente turco».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero