Il parroco di Ramallah: «Da palestinese ho manifestato con i musulmani contro Trump»

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CITTA' DEL VATICANO - A Ramallah come a Betlemme gli alberi di Natale non si sono accesi per protesta, il mercatino di Natale è stato momentaneamente...

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CITTA' DEL VATICANO - A Ramallah come a Betlemme gli alberi di Natale non si sono accesi per protesta, il mercatino di Natale è stato momentaneamente cancellato, e le feste previste nelle (poche) parrocchie nei Territori Palestinesi, annullate. La gente è scesa in strada spontaneamente dopo l’annuncio choc del Presidente Trump. Hanno manifestato cristiani e musulmani. Uniti. Sulla piazza di Ramallah, il parroco cattolico, padre Jamal Khader, racconta di avere marciato accanto al sindaco e ad altre autorità religiose. «Oggi  c’era sciopero generale e ci sono stati scontri tra i giovani e l’esercito. L’atmosfera è surriscaldata».


Anche lei ha manifestato?
«Si ovviamente. Gerusalemme Est è una città araba a cristiana al tempo stesso, non riguarda una questione religiosa. L’annuncio di Trump è qualcosa che va contro il popolo palestinese che, come sappiamo, è sia cristiano che musulmano. La dichiarazione di Trump quindi tocca il futuro e la pace del nostro Paese».

Cosa immaginate possa accadere nei prossimi giorni?
«L’annuncio di Trump avrà effetti in tutto il Medio Oriente. L’amministrazione Usa verrà vista come il nemico che prende decisioni a favore dello Stato di Israele. Vedremo cosa accadrà domani che è venerdì, dopo la preghiera».  

Si ritornerà indietro, come ai tempi dell’Intifada?
«La questione è seria. Tutto dipenderà dalla risposta che daranno tutti i palestinesi. Nel frattempo sappiamo che si stanno muovendo le diplomazie di mezzo mondo e speriamo possano stigmatizzare la decisione Usa dato che non tocca solo i palestinesi in Terra Santa. Nessuno vuole la violenza che non serve a niente. Anche la polizia palestinese sta cercando di calmare la gente, dicendo che si tratta di una cosa passeggera. Ma siamo tutti preoccupati».

Serve una maggiore pressione diplomatica sugli Usa e su Israele?
«Noi nella chiesa di Ramallah preghiamo. E le preghiere sono un’arma potente. Poi la diplomazia è in azione. L’altra mattina in Vaticano c’era una delegazione palestinese. Al Presidente Trump sappiamo che hanno inviato lettere tutti i capi delle Chiese Cristiane presenti in Terra Santa. Luterani, evangelici, ortodossi, armeni. La questione non è religiosa e nessuna religione potrà mai dare spazio ad azioni illegali o terroristiche. Non si tratta dell’Occidente contro il mondo islamico. Posso aggiungere una cosa?».

Certo…
«Vorrei fare un appello al Papa e a tutti i cattolici visto che tra poco è Natale. Vorrei dire che noi cristiani che viviamo qui abbiamo bisogno della solidarietà della Chiesa in Italia. Qui avete fratelli che soffrono non tanto perché sono cristiani, ma perché sono palestinesi».

Quanti cattolici ci sono a Ramallah?

«La parrocchia cattolica conta 500 famiglie, circa 2 mila fedeli su una popolazione di 55 mila persone. Assieme ai cattolici però c’è una comunità di ortodossi e poi ci sono gli anglicani». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero