«Vogliamo solo poltrone?». «Platealmente falso». Emma Bonino non ci sta a farsi dire dal Pd che la lista +Europa fa una «manfrina» sulla...
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Non è d'accordo Bonino che attacca, si tratta di «una interpretazione giuridicamente surreale, prima che incostituzionale, della legge elettorale», e spiega come nel Rosatellum bis chi non ha rappresentanti in parlamento deve raccogliere firme sia per i collegi uninominali che per quelli plurinominali, ma ci sarebbe un'incongruenza nelle date che renderebbe impossibile la consegna dei moduli. Dal Pd, incalza il segretario di radicali italiani Riccardo Magi, «ancora oggi ci dicono che stanno provando a risolvere questo stallo, ma mi sembra invece che non ci sia stata e non ci sia alcuna volontà politica di arrivare ad una soluzione». Si tratta «di essere in balia del Pd» precisa, «La mano tesa che ci arriva dai dem, non è altro che la richiesta di stare fermi e immobili e questo per noi è inaccettabile».
In ambienti radicali e non, il sospetto è che, nonostante le dichiarazioni di intenti, il Pd non ritenga conveniente l'alleanza e stia prendendo le distanze da +Europa.
Dunque, non sono tanto le 25 mila firme necessarie (400 per ognuno dei 63 collegi del proporzionale) alle formazioni non presenti in parlamento (+Europa è l'unica) a spaventare i radicali, ma un cavillo tecnico, «una contraddizione del Rosatellum bis» sottolinea Magi. «Per avviare la raccolta delle firme in alleanza con il Pd, - spiega Bonino - +Europa dovrebbe secondo il Viminale avere e scrivere oggi sui moduli per Camera e Senato i nomi precisi (e non modificabili) di 348 candidati uninominali del Pd e delle altre liste della coalizione, esentate dalla raccolta firme. Nomi che per questo saranno decisi, come al solito, negli ultimissimi giorni o più probabilmente all'ultimo giorno (il 29 gennaio), quando nel giro di poche ore sarà impossibile raccogliere, autenticare e corredare dei certificati elettorali le firme di 25.000 italiani». D'altra parte, fa sapere Magi, si poteva risolvere questa impasse sui collegi uninominali «con l'emendamento presentato alla legge di Bilancio che il Pd non ha difeso, anzi ha ritirato sotto la minaccia di Brunetta di non far passare la finaziaria. Si tratta di una minaccia ridicola». Intanto Una mano tesa ai radicali arriva da socialisti e Verdi. Giulio Santagata, Angelo Bonelli e Riccardo Nencini si dicono «pronti» a «mettere insieme le forze», non solo per «superare l'impasse sulle firme», ma «per convergere in un'unica lista per ribadire la centralità del pilastro europeo all'interno della proposta del centrosinistra». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero