Roma, «Dal Dada al Dadaumpa»: le scuole del futuro si raccontano

Roma, «Dal Dada al Dadaumpa»: le scuole del futuro si raccontano
Quando quattro anni fa il liceo Labriola di Ostia assieme con il liceo Kennedy di Monteverde avviò la sperimentazione Dada (acronimo di Didattiche per Ambienti di...

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Quando quattro anni fa il liceo Labriola di Ostia assieme con il liceo Kennedy di Monteverde avviò la sperimentazione Dada (acronimo di Didattiche per Ambienti di Apprendimento), forte fu la curiosità per l'iniziativa e non solo fra gli addetti ai lavori. In una scuola restia ai cambiamenti, l’idea che gli studenti non avessero più una classe di riferimento ma si dovessero spostare da un’aula all’altra ai cambi dell’ora per raggiungere i loro professori nel loro spazio/laboratorio, creò un certo scompiglio. E delle aspettative. 


Di tutto questo, delle varie esperienze ed applicazioni, se ne parlerà al convegno di mercoledì 15 novembre mattina alla succursale del Liceo Kennedy. Un’occasione per condividere la «Scuola del futuro», che contagiosamente si sta diffondendo ed arricchendo di nuovi modelli organizzativi e prospettive didattiche. Oltre alle scuole coinvolte, parteciperanno al dibattito esponenti del Miur, del Comune, di Indire, dell’Università «La Sapienza» e di ScuolediRoma.it.

«Possiamo dire - si legge in una nota - che le aspettative non sono state disattese: oggi il metodo Dada è seguito da oltre 50 scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia e più di 20 hanno avviato il progetto. È inoltre monitorato dall’Università La Sapienza e partecipa alle Avanguardie Educative Indire». «Se il modello di riferimento è chiaramente di matrice anglosassone - c’è ancora scritto nella nota - dove è prassi che siano gli allievi a raggiungere i docenti nelle loro classi/laboratorio (e dove gli istituti sono già pensati - architettonicamente parlando - a questi spostamenti), è qui a Roma che si sta compiendo un ulteriore passo avanti. Verso il Dadaumpa. È un gioco di parole, certo, ma significa che al metodo va aggiunta un’atmosfera, un’armonia, una consapevolezza. La scuola intera deve saper ballare il suo Dadaumpa e tutti hanno un ruolo: dal dirigente ai docenti, dagli studenti ai genitori e al personale Ata». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero