Maxisequestro da cinque milioni di euro di controvalore ai danni dei “signori della droga” del quartiere Picanello di Catania, i tre fratelli Angelo, Antonino e Rocco...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
- oppure -
Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google
OFFERTA SPECIALE
Leggi l'articolo e tutto il sito ilmessaggero.it
1 Anno a 9,99€ 89,99€
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.
L'abbonamento include:
- Accesso illimitato agli articoli su sito e app
- La newsletter del Buongiorno delle 7:30
- La newsletter Ore18 per gli aggiornamenti della giornata
- I podcast delle nostre firme
- Approfondimenti e aggiornamenti live
Sono stati apposti i sigilli a numerosi conti correnti e postali, a nove fabbricati (sette appunto a Picanello e due sul territorio comunale di Mascali, nel Catanese) e a due imprese (una tabaccheria e una sala giochi). Sequestrata anche una società che svolge attività ittica e, con essa, il motopeschereccio “Fortunata”, già oggetto di analogo provvedimento quattro anni fa durante un’operazione di polizia giudiziaria nel Canale d’Otranto che attestò l’importanza della famiglia Morabito nel narcotraffico internazionale, imbastito “dialogando” direttamente con la malavita organizzata greca e albanese, riuscendo a scavalcare persino la ‘ndrangheta che nei confini italiani ha quasi il monopolio del traffico di droga.
In quell’occasione, nel 2013, sulla “Fortunata” furono rinvenuti 731 chili di marijuana imballati in buste di plastica, così come nel novembre scorso fu poi trovata una tonnellata di marijuana di provenienza albanese a bordo di due mezzi pesanti, nel corso di una perquisizione all’interno di un residence a Mascali.
L’azione è stata resa possibile anche dalle dichiarazioni del “pentito” Salvatore Cristaudo, cognato di Angelo Morabito (che ha sposato la sorella del collaboratore di giustizia, Maria Rita). Solo nel 2015, la Dia di Catania peraltro aveva già sequestrato i beni di un quarto fratello, Roberto Morabito, poi oggetto di confisca lo scorso anno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero