Un pozzo di orrore senza fine, un incubo che si moltiplica all'infinito: in questo si sta trasformando l'inchiesta su Bruce McArthur, un 66enne architetto di giardini...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ma la storia non finisce qui. La polizia, infatti, ha il sentore che l'elenco delle vittime non sia finito: dopo aver passato al setaccio una trentina di proprietà in cui l'architetto aveva lavorato, molte delle quali situate nelle zone più ricche della città, gli investigatori temono ora di trovare altri resti umani nelle fioriere che hanno sequestrato nei vari quartieri e in altri terreni. Intanto, nel giardino dove sono stati trovati gli ultimi cadaveri si continua a scavare: la polizia ha finito di cercare all'interno della casa e nel garage e ha concesso ai proprietari di rientrare nell'abitazione, con il solo diveto di entrare nel cortile sul retro.
Bruce McArthur era stato arrestato il 18 gennaio con l'accusa di aver ucciso il 49enne Andrew Kinsman (i cui resti sono stati trovati ieri sotto una fioriera con quelli di altri 5 uomini) e Selim Esen, 44 anni: entrambi erano stati visti per l'ultima volta l'anno scorso al Gay Village di Toronto, Kinsman a giugno, Esen in aprile. In seguito McArthur è stato accusato della morte di Majeed Kayhan, 58 anni, scomparso nel 2012; Soroush Marmudi, 50 anni, scomparso nel 2015; Dean Lisowick, 40enne senzatetto sparito tra maggio 2016 e luglio 2017.
Secondo gli investigatori McArthur avrebbe conosciuto le sue vittime girando per la città con il suo furgone da lavoro o tramite le app per incontri gay per uomini, dove si presentava con i nickname "SilverDaddies" e "Bear411". Nel suo profilo SilverDaddies si descriveva come un uomo alto 1,77 per 100 chili di peso, interessato a uomini più giovani di lui. E aggiungeva: «Posso essere un po' timido fino a quando non ti conosco, ma in fondo sono un romantico». Sulla sua pagina Facebook, invece, si presentava vestito da Babbo Natale, circondato da gatti, figli e nipoti: il volto rassicurante di un uomo dai mille scheletri nell'armadio, capace di adescare uomini presentandosi come un "romantico" per poi lasciare dietro di sé una scia infinita di morte e orrore. Costretto a gettare la maschera, comparirà in tribunale il 14 febbraio, mentre la polizia, collaborando con agenzie di tutto il mondo, continuerà a esaminare centinaia di casi di persone scomparse per capire se sono state vittime di McArthur. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero