Bari, giornalista Rai aggredita e presa a schiaffi mentre intervistava la moglie di un boss

Bari, giornalista Rai aggredita e presa a schiaffi mentre intervistava la moglie di un boss
Voleva intervistare la moglie di un boss ma oltre al rifiuto ha ricevuto un violento schiaffo che l'ha fatta finire al pronto soccorso. È accaduto a una giornalista...

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Voleva intervistare la moglie di un boss ma oltre al rifiuto ha ricevuto un violento schiaffo che l'ha fatta finire al pronto soccorso. È accaduto a una giornalista oggi pomeriggio a Bari, a poche decine di metri dalla parrocchia del Redentore dove proprio stamattina don Luigi Ciotti di Libera ha tenuto un incontro con gli studenti. Vittima dell'aggressione l'inviata del Tg1 Mariagrazia Mazzola. A schiaffeggiarla la moglie di Lorenzo Caldarola, la 44enne Monica Laera. La vittima ha raccontato di essere stata aggredita per il solo fatto di aver chiesto una intervista sulla storia criminale di alcuni componenti della famiglia Caldarola.


La signora Laera, però, tramite i suoi legali, gli avvocati Giancarlo Chiariello e Attilio Triggiani, ha fatto sapere di aver solo allontanato la giornalista per un braccio dopo averla ripetutamente pregata di andare via perché in lutto. La cronista, accompagnata da don Francesco Preite, parroco del Redentore, ha dovuto far ricorso alle cure mediche. «Non sono stata insistente, piuttosto anglosassone, ma sono stata aggredita con un pugno-schiaffo sulla guancia sinistra», ha detto la giornalista del Tg1. «Viva la stampa libera», ha aggiunto. La giornalista indossava microcamere nascoste che, quindi, hanno immortalato i momenti dell'aggressione.

Nel pronto soccorso del Policlinico, dove è stata sottoposta a numerosi accertamenti clinici che non hanno rilevato lesioni gravi, si sono recati prima il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, poi il pm di turno Baldo Pisani, gli agenti della Squadra Mobile che conducono le indagini e rappresentanti dell'associazione Antimafia Libera, che ha definito l'aggressione «un atto vile e violento». Il penalista barese Michele Laforgia ha lanciato la proposta di una marcia nel quartiere Libertà domenica prossima e ha parlato di «atto gravissimo che avvicina Bari a Ostia», ricordando l'aggressione subita nel novembre scorso da un giornalista nella città laziale ad opera di un pregiudicato locale. «Aggressione inaccettabile» è stata definita dal cdr di Tg1, Assostampa Puglia, Usigrai e Fnsi, mentre presidente e direttore generale della Rai hanno parlato di «un tentativo di intimidazione dell'informazione del servizio pubblico che non può essere tollerato». Per Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, «le mafie non tollerano chi informa l'opinione pubblica raccontando la realtà criminale del Paese», definendo «l'informazione e i giornalisti d'inchiesta alleati preziosi nella battaglia contro la criminalità organizzata», mentre il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha parlato di «attacco alla democrazia».


Sull'episodio sono intervenuti il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il sindaco di Bari, Antonio Decaro. Il primo ha evidenziato che «chi si è reso protagonista di una simile violenza deve sapere che ha contro tutta la comunità pugliese», mentre Decaro ha assicurato che «non voltiamo la testa dall'altra parte. Quel quartiere si chiama Libertà e deve essere liberato dalla criminalità organizzata». In serata il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha chiamato il direttore del Tg1 per informarsi delle condizioni della giornalista esprimendo «solidarietà e condanna per la brutale aggressione». Solidarietà è stata espressa su twitter anche dalla Presidente della Camera ed esponente di Liberi e Uguali Laura Boldrini e dal capo politico del M5S Luigi Di Maio, che ha giudicato l'episodio «gravissimo»
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Il Messaggero