Eni, l'avvocato Amara si difende: «Mai depistato»

L'ufficio del pm al centro dell'indagine, Giancarlo Longo
«Non sono un corruttore, né ho mai dato denaro o altre utilità per l'esercizio distorto di funzioni da parte di magistrati». Lo ha detto...

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«Non sono un corruttore, né ho mai dato denaro o altre utilità per l'esercizio distorto di funzioni da parte di magistrati». Lo ha detto l'avvocato Piero Amara, arrestato nei giorni scorsi e interrogato nel pomeriggio nel carcere romano di Regina Coeli dalla gip Daniela Caramico D'Auria.


 «D'altra parte - ha detto ancora Amara, come riferito dal suo legale Salvino Mondello - i magistrati che mi accusano di aver corrotto hanno adottato anche provvedimenti molto contrari agli interessi dei clienti che mi vengono attribuiti e che in realtà non assistevo. I reati fiscali che mi vengono attribuiti, già ridimensionati, sono a mio avviso insussistenti, perché le prestazioni documentate nelle fatture, pretesamente false, sono state tutte regolarmente effettuate». Amara «ha piena fiducia nella giustizia», aggiunge Mondello che, insieme ad Angelo Manzone, difende l'avvocato dalle accuse di corruzione in atti giudiziari e associazione a delinquere finalizzata alle frodi fiscali.

Pietro Amara e l'avvocato Giuseppe Calafiore avrebbero pilotato alcune indagini a Siracusa e procedimenti in corso anche a Roma presso il Consiglio di stato. L'ex pm di Siracusa Giancarlo Longo è accusato di associazione a delinquere, corruzione e falso. Il magistrato da qualche mese ha chiesto il trasferimento al tribunale di Napoli. "In qualità di pubblico ufficiale svendeva la propria funzione", si legge nella misura cautelare emessa a suo carico. Di Longo il giudice scrive che, inoltre, "ha dimostrato di possedere una personalità incline al delitto, perpetrato attraverso la strumentalizzazione non solo della funzione ricoperta, ma anche dei rapporti personali e professionali".
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Il Messaggero